Durante gli ultimi anni sono state effettuate molte ricerche riguardo l’abitudine di mangiare di notte. Gli esperti, sia in campo medico che in quello nutrizionale, confermano che l’orario in cui si consuma cibo può essere rilevante e avere un impatto importante sul benessere e la salute dell’essere umano.
Scopriamo a che ora è meglio consumare pasti e quando invece è altamente sconsigliato. Per cercare di migliorare il proprio stile di vita e contribuire all’ottimizzazione del funzionamento del proprio corpo è preferibile non mangiare di notte.
Mangiare di notte può danneggiare la memoria
Secondo vari studi, per ottimizzare il proprio stile di vita e per mantenere un benessere generale è altamente sconsigliato mangiare durante le ore notturne. Consumare pasti durante queste ore potrebbe interrompere i ritmi cardiaci portando così a delle conseguenze non proprio positive. Uno studio recente ha infatti evidenziato una conseguenza in particolare per la quale bisognerebbe evitare di mangiare di notte: il possibile danneggiamento della memoria e delle capacità di apprendimento.
A sostegno di tale argomentazione ci sono alcuni ricercatori della David Geffen School of Medicine di Los Angeles, che spiegano perché è importante stabilire degli orari per consumare i principali pasti di cui sia bisogno, ovvero colazione, pranzo e cena.
I test sono stati effettuati su topi da laboratorio ma, hanno spiegato gli scienziati, che i risultati ottenuti si possono paragonare a quelli che si otterrebbero se tali esperimenti venissero replicati su esseri umani. Gli scienziati hanno testato le abilità degli animali di riconoscere degli oggetti nuovi.
Per riuscire a fare ciò hanno diviso le cavie in due gruppi. Il primo gruppo seguiva una regolare routine giornaliera mentre al secondo veniva sei un ministrato cibo durante le ore notturne. In questo modo i ricercatori hanno appreso che il gruppo di topi che faceva maggiore fatica a riconoscere un oggetto nuovo era il secondo.
In un secondo momento gli scienziati hanno testato gli effetti collaterali dei pasti fuori orario con esperimenti legati alla sensazione di paura. Hanno così notato che nelle cavie del secondo gruppo la memoria a lungo termine diminuiva di molto. La memoria a lungo termine e l’abilità di riconoscere oggetti nuovi sono entrambe gestite dall’ippocampo, che agisce sulle capacità di associare esperienze attraverso la memoria e organizzare ed immaginare ricordi nuovi.
Conclusioni
I ricercatori spiegano anche che la capacità di riconoscimento e la memoria sono legate ad una proteina, ovvero la CREB. Tale proteina nel momento in cui è meno attiva peggiora la memoria. Le analisi effettuate sui topi da laboratorio hanno dimostrato che nutrirsi seguendo una regolare routine quotidiana aiuta a mantenere l’attività di questa proteina.
Per cui, grazie ai ricercatori della UCLA, è stato dimostrato perché mangiare di notte, orario in cui dovremmo dormire, non faccia per niente bene al benessere ma soprattutto alla nostra salute.