Sebbene ogni marchio che troviamo in vendita può differire per le diverse percentuali di conservanti, ingredienti ed altro, in generale il dado vegetale già pronto, che sia granulare o in pratici cubetti, presenta sempre la stessa lista di ingredienti.
Di norma leggendo l’etichetta troveremo dunque estratto per il brodo naturalmente, verdure ed aromi, zucchero, ma anche spezie. Ed ancora semi di sedano. Fin qui tutto bene, ma trattandosi di un prodotto pensato per durare a lungo nella nostra dispensa, si compone di altri ingredienti. Ad esempio grasso vegetale, sale iodato e diversi esaltatori di sapidità. Tra questi i più celebri ovviamente il guanilato disodico, l’inosilato disodico ed il celebre glutammato monosodico.
In commercio inoltre ne troviamo alcuni che non fanno utilizzo di conservanti o coloranti. In base al marchio che sceglierete, troverete una diversa quantità di questi componenti. Ve ne accorgerete leggendo l’etichetta. I primi che appaiono sono quelli in maggior quantità.
Secondo gli esperti di nutrizione un buon dado non dovrebbe mai contenere alte percentuali di olio di palma o di glutammato. E naturalmente anche di sale, però attualmente è più semplice trovarne in commercio con un ridotto contenuto.
Il temibile Glutammato, un ingrediente nocivo?
In particolare il glutammato monosodico sembra essere il vero spauracchio per la salute quando si parla di questo prodotto. Motivo principale che spinge gli esperti a consigliare di preparare il dado in casa da surgelare o meglio ancora prediligere il brodo fatto con le verdure fresche.
In generale se proprio non è possibile evitarlo, bisognerebbe non esagerare con il consumo settimanale di dado. Pare infatti che l’European Food Information Council dibatta da tempo sul glutammato. Si tratta fondamentalmente di un additivo alimentare, che altro non è che un amminoacido naturale presente in prodotti ad alto contenuto proteico. Si utilizza largamente nella cucina asiatica nelle preparazioni salate.
Consumato in quantità eccessive e sommato all’utilizzo di sale che già inseriamo nella nostra alimentazione rischia infatti di provocare effetti dannosi sulla pressione arteriosa. Bene dunque consumarlo, come molte delle cose che portiamo in tavola, con una certa moderazione.