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Food & Drinks - Ricette

È meglio la pasta liscia o rigata? Cosa è consigliato dagli chef: non te l’aspetti

La pasta è uno dei tesori culinari più amati in Italia e nel mondo, ma c’è una domanda che spesso divide gli appassionati: è meglio la pasta liscia o rigata? La risposta non è così semplice come sembra e coinvolge aspetti storici, culturali e di lavorazione. Vediamo cosa consigliano gli chef.

In questo articolo esploreremo il mondo della pasta italiana, i suoi segreti di produzione, i maggiori consumatori al mondo e scopriremo cosa consigliano gli chef per scegliere tra liscio o rigato. Non perdiamoci dunque in chiacchiere e immergiamoci nel delizioso universo della pasta.

La pasta è uno dei simboli culinari più rappresentativi dell’Italia, tanto da essere conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Ma come mai la pasta ha una tale importanza nella cultura gastronomica italiana? Innanzitutto, l’Italia è tra i maggiori produttori di pasta al mondo, grazie alla sua tradizione artigianale e all’utilizzo di materie prime di altissima qualità. La lavorazione della pasta richiede infatti grande maestria ed esperienza per ottenere un prodotto perfetto.

Ma non solo, la storia della pasta italiana risale a molti secoli fa e si intreccia con le vicende storiche del paese stesso. Dalle prime testimonianze archeologiche ai piatti regionali tipici, ogni tipo di pasta racchiude in sé una parte della storia d’Italia.

Alcune regioni italiane sono particolarmente note per alcune specialità di pasta, pensiamo ad esempio alle orecchiette pugliesi o agli gnocchi sardi. Ma la varietà delle forme e dei formati è davvero infinita, rendendo ogni pasto a base di pasta un’esperienza sempre diversa ed emozionante. La pasta italiana non è solo cibo ma anche cultura e tradizione, un vero patrimonio nazionale che continua a conquistare palati in tutto il mondo. Ora scopriamo cosa ne pensano gli chef, è meglio la pasta liscia o rigata?

I primi consumatori di pasta al mondo di pasta

La pasta è uno dei piatti più amati in tutto il mondo, ma sapete chi sono i primi consumatori di pasta al mondo? Sorprendentemente, l’Italia si posiziona al primo posto della classifica, con ben 23kg a testa. E successivamente ci sono Tunisia e Venezuela con 17kg e 12kg.

La qualità della pasta italiana – Wineandfoodtour.it

Gli italiani potrebbero pensare che mangiare molta pasta sia un’abitudine tipica solo del loro paese, ma la verità è anche in Brasile il consumo di pasta non è basso. Un brasiliano consuma in media circa 10 kg di pasta all’anno.

Ma perché proprio questi paesi hanno una passione così grande per la pasta? In realtà gli esperti sostengono che ci sono diverse ragioni. Ad esempio l’influenza culinaria italiana negli anni ’50 e ’60 ha portato alla diffusione della cultura gastronomica legata ai primi piatti a base di pasta. Bisogna tenere conto anche dell’economia, la pasta infatti rappresenta un pasto economico e nutriente per famiglie con reddito medio-basso. Ovviamente questo non significa che solo questi paesi amano la vera cucina italiana. La passione per la buona tavola infatti non conosce confini né nazionalità ed è sempre pronta ad affascinare nuovi palati. Ma negli ultimi anni, si sono accesi veri e propri dibattiti tra alcuni chef, alcuni di loro sostengono che la pasta rigata,  grazie al zigrinature, trattiene meglio il sugo. Ma è davvero così?

È meglio la pasta liscia o rigata?

La questione su quale sia la pasta migliore tra quella liscia e rigata è da sempre al centro di un dibattito sull’arte culinaria italiana. Ma cosa ne pensano gli chef professionisti? Secondo il famoso chef Esposito, la risposta non è così semplice come sembra.

È meglio la pasta liscia o rigata -wineandfoodtour.it

In realtà, ci sono alcune ragioni storiche per cui le regioni del nord preferiscono la pasta rigata mentre quelle del sud scelgono quella liscia. Tuttavia, a seconda delle materie prime utilizzate e della lavorazione adottata, una superficie ruvida può essere ottenuta anche senza zigrinatura.

Esposito sostiene che la pasta liscia è in grado di trattenere efficacemente qualsiasi sugo se viene realizzata con ingredienti di qualità superiore e lavorata con tecniche tradizionali. La superficie diventa abbastanza rugosa da catturare ogni goccia di salsa, consentendo ai sapori di fondersi perfettamente.

Pertanto, quando si sceglie tra la pasta liscia o rigata, non esiste una risposta universale, tutto dipende dalla qualità degli ingredienti utilizzati nella produzione della pasta. Ciò significa che i consumatori dovrebbero prestare attenzione alla provenienza dei prodotti acquistati prima ancora che alla forma della loro pasta preferita. Ma c’è un altro punto da considerare secondo lo chef Esposito. Scopriamo quale.

La più consumata in Italia, è la liscia o la rigata?

Continuando quello che abbiamo ripotato precedentemente, secondo quanto affermato da Esposito, la credenza popolare che la pasta rigata trattiene meglio il sugo è infondata. Al contrario, le scanalature presenti sulla superficie della pasta possono costituire un limite alla sua cottura uniforme

Il consiglio degli chef, pasta liscia o rigata -Wineandfoodtour.it

Per comprendere meglio, possiamo considerare una penna rigata tagliata a metà, noteremo una serie di punte distribuite lungo il cerchio della sezione. Sebbene sia necessario cuocere la pasta per circa 6 minuti, per raggiungere il cuore delle punte servono invece 9 minuti per la pasta rigata.

Questa differenza di tempo, pari a 3 minuti, può generare uno sbilanciamento nella cottura delle punte, che potrebbero risultare troppo cotte e sfaldarsi durante la preparazione del condimento. Queste parti stracotte rilasceranno inoltre un’alta quantità di amido quando verranno condite con il sugo, interferendo con il lavoro di equilibrio svolto dallo chef.

La pasta liscia può essere ottenuta solo utilizzando ingredienti di qualità, trafilando il tutto in bronzo e asciugandola a temperature basse comprese tra i 45°C e i 70°C, secondo le raccomandazioni dello chef Esposito.

Con questi accorgimenti, la superficie risulterà abbastanza ruvida da poter trattenere efficacemente qualsiasi tipo di sugo senza bisogno di rigature. Inoltre, lo chef Esposito ha fatto una considerazione che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui si guarda alla pasta. La rigatura? È un segno di debolezza del pensiero che non va a fondo. Ma sono sicuro che se si provasse la pasta liscia, non si direbbe più no. A voi la scelta, preferite ancora quella rigata?

Il tipo di pasta più consumato in Italia

La pasta è uno dei pilastri della cucina italiana e non c’è dubbio che sia tra i piatti più amati dagli italiani. Ma qual è la pasta più consumata in Italia? La risposta potrebbe sorprendervi. In realtà, il tipo di pasta più venduto in Italia è molto semplice, la pasta corta. Penne, rigatoni, fusilli e farfalle sono solo alcune delle varianti preferite dagli italiani per preparare primi piatti gustosi e saporiti.

Pasta formati piccoli, la più consumata – Wineandfoodtour.it

Ma perché proprio la pasta corta? Probabilmente perché si presta bene a molte ricette tradizionali italiane ed è facile da maneggiare anche per chi ha meno esperienza ai fornelli. Grazie alla sua forma compatta, riesce a trattenere al meglio il sugo o il condimento scelto.

Ma questo non significa che gli italiani disdegnino le altre tipologie di pasta. Anzi, spesso si sceglie un formato specifico in base alla ricetta che si vuole preparare o alle preferenze personali.

La varietà di forme e formati rende la scelta della migliore tipologia di pasta una questione molto personale. L’importante è utilizzare sempre materie prime di qualità per ottenere un risultato perfetto.

I maggiori produttori al mondo di pasta

La pasta è un alimento amato in tutto il mondo, ma l’Italia rimane il paese leader nella produzione di pasta. Non sorprende quindi che i maggiori produttori al mondo di pasta siano proprio italiani.

Il made in Italy nel mondo – wineandfoodtour.it

Tra i grandi colossi della produzione di pasta troviamo Barilla, De Cecco e Garofalo, aziende che hanno fatto del Made in Italy la loro bandiera nel mondo. Barilla, ad esempio, produce oltre 4 milioni di tonnellate di pasta all’anno e ha una presenza globale con stabilimenti produttivi non solo in Italia.

Ma non sono solo le grandi aziende a far parte dei maggiori produttori al mondo, anche piccole realtà artigianali italiane possono vantare una grande esperienza nella lavorazione della pasta. Esempi ne sono Pastificio Faella a Gragnano o Pasta Mancini nelle Marche.

Anche altri paesi si dedicano alla produzione di pasta come la Cina o gli Stati Uniti d’America, ma di certo non è paragonabile alla nostra. Inoltre, nonostante la concorrenza internazionale, l’Italia mantiene saldamente la sua posizione grazie alla qualità delle materie prime utilizzate e alla tradizione tramandata da generazioni nella lavorazione della pasta.

Se volete gustare una vera prelibatezza italiana fatta con passione ed esperienza decennale nel settore della produzione alimentare non c’è niente di meglio che scegliere uno dei tanti brand presenti sul mercato italiano.