Per molti abitanti del Nord Italia produrre grappa in casa è una tradizione secolare: è buona abitudine in inverno mangiare la polenta e bere il bicchierino di grappa a fine pasto. Se vi state chiedendo se è legale produrre alcolici a casa per uso domestico e se si rischiano sanzioni, non vi resta che continuare la lettura di questo articolo per scoprirlo.
Diamo la parola agli avvocati, esperti di leggi, e sciogliamo ogni dubbio.
È legale produrre la grappa in casa o è proibito dalla legge?
Che si beva post pasto come digestivo o prima della cena, come accade in Brianza, per preparare lo stomaco a tutte quelle pietanze che stanno per arrivare, la grappa è un rito irrinunciabile per molti Italiani. I puristi non comprano la grappa, ma preferiscono il “fai da te” e quindi producono questo alcolico in casa.
Premesso che è destinato all’uso domestico e non alla vendita, siamo sicuri che è legale fare la grappa in casa e non incorriamo in multe salate? Per togliere ogni dubbio, abbiamo chiesto la consulenza di un legale.
Circa un decennio fa la Lega Nord tentò di far approvare una proposta di legge riguardante la produzione di alcolici in casa. Allo step finale, la legge fu abortita, forse per tutela della salute dei cittadini o molto più probabilmente per paura della reazione delle aziende produttrici di distillati. Cosa è accaduto negli anni successivi? Non esiste alcuna legislatura in merito alla produzione casalinga di alcolici? Scopriamolo insieme.
Produrre grappa in casa: è legale o illegale?
Nel 2009 tre senatori della Lega, i cui nomi erano Divina, Montani e Vallardi (il cognome dell’ultimo fu usato per chiamare la proposta di legge), presentarono un disegno di legge per legalizzare la produzione casalinga di alcolici (nello specifico grappa e acquavite).
Nelle intenzioni dei tre senatori l’obiettivo era quello di tutelare la tradizione secolare della produzione artigianale di grappa, tramandata di generazione in generazione. Addirittura il senatore Vallardi ammise che la pratica della produzione domestica della grappa, seppur vietata dalla legge, era molto diffusa al Nord nonché una tradizione secolare ben consolidata. Quindi si trattava solo di rendere legale una pratica già fortemente diffusa.
Nella proposta di legge si parlava di un massimo di 50 litri di grappa prodotti per uso domestico, ovvero il contenuto di una damigiana.
La condizione importante però era il divieto assoluto di vendere la grappa prodotta a casa. Erano concessi il consumo personale e degustazioni gratis, ma senza alcun ricavo economico.
Inoltre bisogna anche comunicare la produzione al Ministero dell’Agricoltura per non incorrere in una sanzione pesante.
Dopo vari step, la proposta di legge dei leghisti fu bocciata.
In definitiva oggi non è considerato legale produrre alcolici in casa sia per motivi sanitari che per motivi fiscali. Chi produce distillati in casa evade la tassa obbligatoria pagata dai produttori di distillati a livello industriale.
Quindi produrre grappa in casa non è legale e si rischiano multe salate (sequestro delle bottiglie, pena da 3 a 6 mesi di reclusione e multa fino a 10 volte la tassa obbligatoria evasa).