Da sempre quando sorge un malanno collegato all’intestino o allo stomaco, sia esso un semplice mal di pancia o una vera e propria dissenteria, il consiglio è quello di mangiare in bianco. Ma che significa ed è realmente necessario farlo?
Mangiare in bianco: che significa?
Quando abbiamo sintomi collegati al malessere intestinale: vomito, diarrea, crampi addominali eccetera, la prima cosa che ci viene detto è di mangiare in bianco. Le nonne e le mamme sono subito pronte a preparare pietanze semplici e “bianche” per farci stare meglio. Ma cosa significa effettivamente questo termine, e da dove nasce? Mangiare in bianco non significa necessariamente mangiare qualcosa di bianco, ma piuttosto qualcosa di semplice da digerire.
Solitamente ci viene proposto un piatto di pasta semplicemente bollita e servita con un filo d’olio e forse un po’ di formaggio o meglio ancora un semplice piatto di riso bollito. Ma mangiare il bianco significa mangiare cose che il corpo possa facilmente digerire, nutrendoci ma senza appesantire l’intestino già di per se provato dal malanno.
Quindi se parliamo di mangiare in bianco in realtà ci possiamo riferire anche ad una fettina di pollo o tacchino, semplicemente cotta in padella (la carne bianca è più facile da digerire di quella rossa). Oppure un piatto di brodo o del pesce azzurro cotto a vapore o bollito, tipo il merluzzo. Ma da dove nasce questo modo di dire?
Mangiare in bianco: nascita del modo di dire
La domanda sorge spontanea: da dove nasce questo modo di dire? In effetti da un cibo bianco, ovvero il riso. Nei tempi passati, soprattutto nei paesi asiatici. il riso veniva dato scondito ai malati come fosse una vera e propria medicina.
Ovviamente oggi sappiamo che questo non è reale, ovvero il riso di per se non fa guarire chi sta male, ma effettivamente è ricco di amido. L’amido presente nel riso crea nel nostro intestino una specie di patina che aiuta a lenire i disturbi intestinali, ma non li guarisce.
Lo stesso vale per ogni tipo di alimento “bianco”, non ci fanno guarire prima, ma evitano di accentuare i sintomi legati al malessere. Un cibo facilmente digeribile non affaticherà uno stomaco o un intestino già di per se risentito. Allo stesso tempo comunque, ci forniranno nutrimento evitando quindi l’insorgenza di carenze dovute all’eccessiva espulsione di nutrienti dal corpo, dati dal malanno. Ma attenzione ai cibi che mangiamo, se è vero che “mangiare in bianco” può lenire i sintomi, è anche vero che non tutti i cibi bianchi vanno bene. Quali cibi quindi dobbiamo evitare quando abbiamo disturbi legati all’intestino o allo stomaco?
Cibi da evitare
Abbiamo detto che mangiare in modo “leggero” e facilmente digeribile aiuta a lenire i sintomi, ma non tutti gli alimenti bianchi sono effettivamente leggeri. Ovviamente escluderemo ogni tipologia di salume, anche quelli ritenuti “leggeri” tipo la fesa di tacchino. In ogni caso i salumi ricevono un processo di lavorazione che li porta ad essere ricchi di conservanti e sale quindi meglio evitarli completamente. Escluderemo ogni tipo di cibo fritto anche se effettivamente “chiaro” alla vista.
Dobbiamo evitare anche le verdure, in questo caso non perché sono effettivamente difficili da digerire, ma perché sono ricche di fibre. Le fibre potrebbero aumentare i disturbi legati a mal di pancia e dissenteria, aggravandoli. Eviteremo anche i legumi, sia per la difficoltà a digerirli sia per la grande presenza di fibre. Attenzione anche ai latticini, è vero sono bianchi, ma non sono facili da digerire per il nostro corpo quindi potrebbero aggravare le nostre problematiche.
Concludendo
Abbiamo quindi capito che mangiare il bianco significa mangiare in modo “leggero” o meglio, facilmente digeribile. Questo eviterà che i sintomi collegati al malessere intestinale vengano aggravati, ma non ci farà da medicina. Inoltre abbiamo visto che non tutti i cibi ritenuti “bianchi” o “semplici” lo sono realmente. Quindi se stiamo male, ascoltiamo il consiglio della nonna e presto staremo meglio.