Scopriamo insieme il Parco Nazionale del Pollino, attraverso i suoi due importanti percorsi di trekking nella natura incontaminata.
Il Parco Nazionale del Pollino, con i suoi 192.556 ettari, è la riserva naturale più estesa d’Italia. Si trova tra due regioni, la Calabria e la Basilicata ed è un vero tesoro di biodiversità, nonché un paradiso per gli amanti della natura e delle attività all’aria aperta.
Parco Nazionale del Pollino, un tesoro naturale italiano
Grazie alle sue specie endemiche, come il Pino Loricato, il Parco del Pollino è uno dei Geoparchi Patrimonio dell’Umanità UNESCO. All’interno del Parco Nazionale del Pollino, scorre il fiume Lao, il corso d’acqua ideale per chi intende praticare rafting in questa meravigliosa zona.
Il Lao ha una portata abbondante, durante tutto l’anno e, con i suoi 55 km di lunghezza, è perfetto per il rafting a tutti i livelli.
Dal principiante all’esperto, ognuno potrà trovare l’escursione più adatta alle proprie esigenze e provare emozioni adrenaliniche in mezzo alla natura.
Per la varietà dei sentieri e delle attività sportive messe a disposizione dei visitatori, il Pollino è una palestra a cielo aperto in ogni stagione: dal free climbing, all’arrampicata su roccia ai tanti sentieri da esplorare in bici, a piedi e a cavallo.
Tra le eccellenze gastronomiche del Pollino, possiamo annoverare i peperoni cruschi (in comune con il versante lucano), il tartufo del Pollino , le lenticchie di Mormanno e il pane di Cerchiara.
Cime altissime e esemplari di Pino Loricato
Il massiccio del Pollino è la montagna più alta dell’Appennino meridionale, visto che le sue cime superano i 2.000 metri: tra queste, infatti, possiamo annoverare Serra Dolcedorme (2.267 m), Monte Pollino (2.248 m), Serra del Prete (2.181 m), Serra delle Ciavole (2.127 m), e Serra di Crispo (2.053 m).
Tra queste ultime due cime, la cosiddetta “Grande Porta” conduce ai Piani di Pollino, il più famoso altopiano della zona, circondato da alte creste montuose, dove si possono ammirare gli esemplari più antichi del Pino di Heldreich, il simbolo del Parco.
Il Pino di Heldreich (o Loricato) ricopre un ruolo molto importante, sia dal punto di vista evolutivo che sul piano della conservazione.
È, infatti, considerato un vero e proprio “fossile vivente”, specie relitta dei movimenti di “fitomigrazione” della penisola balcanica, associati alle grandi glaciazioni.
La straordinaria vitalità – che lo conserva fino ai giorni nostri – deriva dalla rilevante combinazione di particolari caratteristiche botaniche di grande pregio in relazione all’habitat in cui vive.
Si può iniziare il proprio percorso di trekking nel Parco Nazionale del Pollino alla scoperta dei sentieri che conducono alla vetta di Serra Dolcedorme, che ricorda delle forme sinuose di una donna distesa. Vi consigliamo, però, di scegliere due percorsi specifici, che vi daranno grandi soddisfazioni: Cozzo Ferriero e il Giardino degli Dei.
Trekking nel Pollino: Cozzo Ferriero e le faggete vetuste
Il percorso parte dal Rifugio Fasanelli, incastonato fra le faggete vetuste di Cozzo Ferriero e di Coppola di Paola, una incantevole foresta.
Tale sentiero permette di scoprire la natura incontaminata del posso, caratterizzata da alberi secolari e il sottobosco composto da faggi maestosi, che superano i 600 anni, che hanno conservato la loro biodiversità.
La salita ha un dislivello di 450 metri e si snoda per 9 chilometri: su tale percorso, poi, si possono ammirare panorami mozzafiato che arrivano fino alle Isole Eolie.
Visto che il sentiero non è ancora ben marcato, è consigliabile attraversarlo con una guida esperta, al fine di evitare problemi lungo il tragitto.
Trekking nel Pollino: il Giardino degli Dei
Il Giardino degli Dei è il vero e proprio regno del Pino Loricato. Simbolo del Parco, il pinus leucodermis è una preziosa rarità botanica che popola le cime rocciose e le rupi delle montagne.
Il loro aspetto maestoso è modellato dalla furia degli elementi naturali come intemperie e vento.
Essi sono aggrappati a dirupi rocciosi, creando uno spettacolo suggestivo di vita, morte e rinascita, da cui emerge la potenza di una natura ancora selvaggia e primordiale.
Il percorso di trekking, da questa zona, parte – nello specifico – dal Santuario di Nostra Signora del Pollino (San Severino Lucano) e si prosegue – tra faggi secolari – fino ad attraversare le gole del Fosso Carceri.
Poco dopo, si arriva al Piano Iannace e da qui, uscendo dal bosco, si sale fino su ai pascoli dei Piani di Pollino dove ci si può fermare, per una piccola pausa, alla sorgente Pitt’accurc’.
Si percorre, poi, il crinale della Serretta della Porticella, che è circondato da pini loricati e si prosegue fino alla vetta della Serra di Crispo.
In questo punto del parco, infatti, ci sono gli esemplari più vetusti che fanno parte dell’area protetta. Si ritorna – dopo – alla sorgente Pitt’accurc’ per camminare su un sentiero che permette di chiudere il cerchio.
Colle Impiso, inoltre, rappresenta la porta d’ingresso della parte nord ovest del Pollino, che si trova proprio alle pendici della Serra Del Prete. Si arriva, inoltre, al Pianoro di Vaquarro, dove è possibile ammirare una faggeta fittissima.
Italus, il Pino Loricato più longevo
Il Pino Loricato, come vi dicevamo, il simbolo del Pollino: in particolare, c’è l’Italus, l’esemplare più longevo al mondo la cui datazione ufficiale, pubblicata qualche anno fa, lo fa risalire a più di 1200 anni fa.
Si trova, nello specifico, lontano dai sentieri battuti dagli escursionisti. La sua posizione, sicuramente, ha contribuito alla sua longevità.
Si narra che pastori, viandanti e briganti hanno trovato, nel corso del tempo, riparo sotto i suoi rami. Pertanto, nei secoli, è diventato un riferimento spirituale e culturale.