Profumo d’autunno, profumo di zafferano. Quando pensiamo allo zafferano, subito la nostra mente corre veloce immaginando la natura nella stagione autunnale, in quel meraviglioso spettacolo di danza di foglie, foliage e frutti tipici tutti da gustare. A partire dalla seconda metà di ottobre Madre Natura ci regala anche un altro spettacolo straordinario, quello della fioritura dello zafferano, una delle visioni più emozionanti e suggestive a cui è possibile assistere in Italia durante la stagione autunnale. Proprio nell’esplosione dell’autunno i campi di zafferano si colorano di viola e di rosso, creando scenari da favola “altamente instagrammabili”. Una visione che rilassa la mente e riempie il cuore di gioia, un’emozione impossibile descrivere a parole, bisogna solo viverla in prima persona.
Lo zafferano è la spezia orientale per eccellenza, amata per il suo profumo inebriante, caldo ed avvolgente, ma anche dolce ed intenso. Coltivata principalmente in Asia Minore, in Italia troviamo la maggior parte delle coltivazioni di zafferano nelle Marche, in Abruzzo, in Sicilia e in Sardegna. Una delle varietà migliori al mondo è lo Zafferano dell’Aquila DOP, coltivato lunga la piana di Navelli. La raccolta e la visita ai campi di zafferano italiani avviene tra metà ottobre e le prime settimane di novembre. Negli ultimi anni sono tante le persone che si recano nei luoghi di coltivazione dello zafferano per ammirare il meraviglioso spettacolo dei campi in fiore con i suoi splendidi colori di viola e rosso. La fioritura dello zafferano, a seconda delle condizioni climatiche: inizia nella prima decade di ottobre nelle zone montane e alla fine di ottobre in quelle a clima mite come le regioni meridionali.
Spesso viene da chiedersi come mai lo zafferano abbia un costo così elevato. La risposta è semplice: per produrre un chilo di zafferano occorrono 170mila fiori. I fiori tra l’altro vengono raccolti solo in un periodo di due settimane e solo prima dell’alba prima che il sole dischiuda i fiori. La sostanza gialla a tutti noi nota come zafferano è ricavata dalla crocina contenuta negli stimmi. Il processo di produzione dello zafferano è molto complesso. Come dicono i produttori: lo zafferano è come una bella donna, ti dà tanto ma è da conquistare ogni giorno. Oggi lo zafferano è nella top 10 dei cibi più cari al mondo: 1 kg costa 12mila euro.
Le coltivazioni più estese e famose di zafferano in territorio italiano si trovano nelle Marche, in Abruzzo, in Sicilia e in Sardegna. Meno estese, ma comunque rinomate sono le colture in Umbria, Toscana e Basilicata.
Il 95% dello zafferano prodotto in terra italiana proviene dalla Piana di Navelli, in Abruzzo. Proprio qui, ai piedi del Gran Sasso, si coltiva lo zafferano dell’Aquila DOP, uno dei più rinomati al mondo. Nel periodo autunnale, verso fine ottobre, sono tante le attività ricreative e di trekking organizzate in questa zona per poter godere del meraviglioso spettacolo dei campi di zafferano in fiore. Il borgo storico di Novelli è oggi praticamente disabitato, ma è possibile visitare il meraviglioso nucleo originario medievale. Un altro luogo di coltivazione dello zafferano è Cocullo. Da non dimenticare anche la splendida località di Celano.
La zona umbra di produzione più celebre è quella di Città delle Pieve, anche se ci sono altre località dove da decenni cresce spontanea la pianta del Crocus Sativus: Gubbio, Spoleto e Cascia. In particolare nella zona di Città delle Pieve, grazie alle numerose testimonianze storiche, sappiamo che la coltivazione dello zafferano risale al XIII secolo. All’epoca però questa pregiata spezia era usata per tinteggiare abiti dei nobili cittadini. Oggi c’è il celebre Consorzio “Il croco di Pietro Perugino”con oltre 30 soci che commercializzano zafferano autentico di altissima qualità.
Sin dall’epoca etrusca e romana qui era coltivato lo zafferano. Con il passare dei secoli però scomparve con la scomparsa dei greggi. Perché? Poiché in passato i pistilli (ossia gli stigmi) erano usati per fare la cagliatura vegetale del latte ovino e il tipico formaggio locale fatto in casa dai pastori. La Coldiretti Macerata negli ultimi anni sta portando avanti un’attività di promozione dello zafferano marchigiano.
In provincia di Matera sono 30 i produttori di zafferano. Lo zafferano della Basilicata, così viene commercializzato, è coltivato su una zona di 30 ettari.
Il famoso zafferano di San Gimignano è a marchio DOP. La coltivazione dello zafferano qui risale a tempi antichissimi. Basti pensare che nel 1228, durante l’assedio al Castello della Nera, il Comune per pagare i debiti contratti usò la spezia al posto del denaro.
In terra emiliana lo zafferano era coltivato già nel XIII secolo, ma nei secoli successivi scomparve a causa di una devastante carestia. Solo negli anni ‘90 del secolo scorso è stata reintrodotta la coltivazione di questa spezia. Nel 2011 è nata l’Associazione produttori di zafferano di Ventasso.
In Sicilia l’oro rosso è coltivato specialmente nella zona di Enna dove è presente anche la Cooperativa Oro Rosso di Sicilia.
Solo in tempi recenti la Sardegna si è fatta valere come regione produttrice di zafferano. L’oro rosso sardo è geolocalizzata nel territorio del Medio Campidano, nei comuni di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca. Nello specifico a San Gavino Monreale c’è anche il Museo etnografico Dona Maxima, gestito dall’Associazione Sa Moba Sarda ed interamente dedicato alla coltivazione e alla storia dell’oro rosso sardo “su tzaffaranu”. Ogni anno qui si svolge anche la Sagra dello zafferano e questa zona è considerata la capitale dello zafferano italiano per la sua storia e qualità certificata.
Ve lo sareste mai immaginato lo zafferano che cresce ai piedi del Monte Bianco? In realtà è risaputo che è una delle piante più resistenti che ci siano. A pochi km da Courmayeur, c’è lo zafferano di Morgex. Grazie a un testo dell’800 di un prete e botanico di nome Henry, sappiamo che in questa precisa località lo zafferano era coltivato già nei secoli passati.