Scopriamo insieme la storia del Doro Wot, piatto tipico etiope, preparato in occasione della Pasqua, oggetto di studio di vari ricercatori.
Il Doro Wot è un piatto, preparato in Etopia, in occasione delle feste e, in particolare, a Pasqua, che consiste in uno stufato composto da pollo e cipolle, piccante e speziato che richiede una lunga ed attenta preparazione. Scopriamo, dunque, insieme la storia e qualche curiosità su questa pietanza.
Doro Wot, il piatto delle feste dell’Etiopia
Anche se può sembrare un semplice piatto a base di pollo e spezie, il Doro Wot etiope è molto di più. Se, infatti, una donna che contrae matrimonio non sa cucinarlo, nasce qualche problema ed è definita non ancora pronta a sposarsi.
La sposa, infatti, deve sapere come tagliare il pollo in 12 parti – né più né meno. Tale tradizione, nel corso degli anni, è diventata meno rigida, ma comunque presente nella società etiope.
Nel libro African Cooking del 1970 , Laurens van der Post parla proprio di quest’ultimo aspetto, ripreso, d’altronde, anche in un articolo, scritto nel 2012, per il Mail & Guardian, giornale sudafricano, in cui ha ricordato i suoi anni vissuti in Etiopia, dove ha imparato a fare il doro wot, grazie ai consigli di un esperto.
Nel suo libro di cucina etiope, The Recipe of Love (An Ethiopian Cookbook), Aster Ketsela Belayneh, proprietaria di un ristorante etiope a Toronto, afferma che il piatto “risale ai giorni del regno axumita , che esisteva nella parte settentrionale di quella che oggi è l’Etiopia, territorio nel quale iniziarono a preparare questa ricetta dal 200 all’800 d.C.
Come si prepara questo piatto
Di solito, il pollo è ucciso alle ore 18 del giorno prima di Pasqua. Solo gli uomini che hanno digiunato possono tagliare la gola dell’animale.
Un procedimento che è insegnato alle bambine fin da piccole, le quali, poi, imparano a tagliare il pollo in dodici parti precse, tra le qui ci sono due gambe, petto e cosce e la parte posteriore: anche le ali, il collo e i rognoni sono, poi, mescolati all’uva.
Una volta che il pollo è spellato e gli viene tagliata la testa, si inizia a soffiare attraverso il collo dell’animale, in modo da far gonfiare la pelle. Si tiene il pollo sopra il fuoco per bruciare tutti i capelli e lo sporco rimanenti. Il processo di pulizia – d’altronde – tant’è che il pollo nudo è risciacquato più volte sotto l’acqua corrente.
Un piatto amato anche in Eritrea
Il piatto è consumato anche in Eritrea, dove si chiama derho tsebhi, quest’ultima è la parola tigrina che sta per wot (ossia, stufato piccante).
E in Afaan Oromo, lingua della cultura Oromo etiope, il doro wot è chiamato kochee handaanqoo che fa – per l’appunto – riferimento a un piatto composto da tenere cosce di pollo saltate in burro stagionato, poi stufate in salsa barbare con uova sode, aromatizzate con cipolle, aglio e radice di zenzero con un pizzico di cardamomo e noce moscata e qimamii.