La birra è una delle bevande più antiche e più amate in tutto il mondo. Particolarmente amata nelle calde giornate estive per rinfrescarsi. Per aumentare rendere disponibile il suo consumo a tutte le persone, si è pensato di ideare una forma di birra analcolica. Ma com’è fatta questa birra? Scopriamolo insieme.
Essendo una bibita molto apprezzata e richiesta, la birra è molto diffusa in tutto il mondo. Per poter raggiungere un numero sempre maggiore di persone, le aziende hanno ideato la birra analcolica, accessibile ad un pubblico più ampio.
La cosa a cui stare attenti è la percentuale di alcool, perché non è sempre pari allo 0%. Ogni nazione infatti, ha normative differenti riguardo alla denominazione “analcolica” delle bevande. In Italia una birra, può ottenere la denominazione di “analcolica”, se ha un grado alcolico inferiore a 1,2%, anche se la denominazione corretta sarebbe “a basso contenuto alcolico“. Per poter nominare una bevanda analcolica invece, questa non dovrebbe superare lo 0,05% di alcool.
Come ben sappiamo, la birra si ottiene dalla fermentazione di luppolo, acqua, malto e cereali. Questa tecnica fa si che il grado alcolico della bevanda si innalzi naturalmente, senza aggiunta artificiale di alcol.
Per far si che questo non avvenga, o si limiti, nelle birre analcoliche vengono usati 3 processi diversi:
1- Contenere la fermentazione. La bevanda viene raffreddata durante la fermentazione, cosicché questo processo si blocca. Queste bevande hanno un sapore meno amaro e più dolciastro rispetto alle birre classiche, poichè fermando la fermentazione la parte di zucchero, naturalmente presente negli ingredienti principali, non viene bruciato.
2-Temperare la birra. Con questo metodo la birra viene lavorata ad una temperatura sfavorevole al malto, quindi si limita la crescita della gradazione alcolica.
3- Evaporazione. Questo processo si effettua al termine della fermentazione. Vengono utilizzate 3 diverse procedure con lo stesso fine, far evaporare l’alcool: dialisi, osmosi o sotto vuoto. In questo modo sembra che il sapore e la qualità della birra non venga alterato in alcun modo.
Pur essendo una bevanda che sta tornando di moda oggi, in realtà la sua nascita sembra essere avvenuta nel Medioevo. Come abbiamo visto già per altre bevande, bere l’acqua in quei tempi non era sicuro, per questo si consumavano bevande fermentate, come la birra analcolica. Questa bevanda era offerta anche come salario, poiché era considerata nutriente.
Il nome di “birra analcolica” comunque gli è stato affidato solo nel 1919, quando negli Stati Uniti era stato vietata sia la produzione che la consumazione di bevande alcoliche. I birrifici quindi, cambiarono il metodo di produzione della bevanda abbassandone la gradazione alcolica.
Grazie alla richiesta in continuo aumento e all’apprezzamento della birra analcolica, si stima che il mercato supererà i 29 miliardi di dollari entro il 2026.
Oggi in Germania questa bevanda è scelta da molti sportivi per almeno 2 motivi: è isotonica (cioè hanno la stessa concentrazione di minerali che nel sangue), ed ha un contenuto alcolico minore rispetto alla bevanda classica.
Negli Stati Uniti invece, la richiesta di birra analcolica è in grandissimo aumento, poichè concede una bevanda fresca e frizzante alcool free. Inoltre sta diventando una moda tra personaggi famosi e giovani, il che la rende maggiormente propensa al successo nel mercato.
In Europa oggi, questa bevanda sta prendendo sempre più piede soprattutto tra i giovani.
La birra analcolica è la compagna ideale di giornate estive, da gustare fredda in un bel boccale. La compagna per eccellenza della pizza e di tutti i cibi fritti in generale. In linea di massima si accompagna a tutte le pietanze calde o fredde: carne, pesce, insalate, piatti speziati, primi e secondi piatti in genere. Insomma la birra analcolica è la compagna perfetta per tutto e per tutti.