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Cos’è il Foraging: pratica sostenibile ed eco-friendly

Oggi vi portiamo alla scoperta di una nuova pratica sostenibile, eco-friendly e molto divertente: il Foraging. In realtà non si tratta di un’invenzione moderna, ma di una pratica antichissima che è sempre stata fatta dall’uomo. Se siete curiosi di sapere di cosa si tratta, non vi resta che continuare la lettura. 

Praticare il Foraging

Questa pratica affonda le sue origini non in epoca moderna, ma nell’antichità. Consiste nel raccogliere il cibo direttamente dall’ambiente naturale. Ovviamente in passato era una necessità poiché serviva all’uomo per procacciare cibo per nutrirsi e sopravvivere, oggi invece è un’attività sostenibile che è diventata un trend tra coloro che amano l’ambiente.

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Letteralmente per foraging si intende la raccolta di bacche, frutti di bosco, funghi, erbe aromatiche ed erbe selvatiche, radici, ma anche frutti di mare. Per raccogliere questi cibi bisogna esplorare boschi, mari, monti o campagne.

Il motivo per cui questa pratica è diventata un trend è che è un modo sostenibile di procacciarsi cibo. Procurarsi cibo dall’ambiente naturale significa diminuire la quantità di cibo da acquistare ai supermercati.

Come si attua questa pratica?

Questa pratica si fonda sulla alimurgia, un particolare tipo di scienza che studia l’uso di erbe selvatiche e aromatiche, funghi commestibili o non velenosi, radici, tuberi, cortecce, ostriche, bacche selvatiche e alghe (quelle commestibili). 

La prima regola di questa attività è sapere cosa stai cercando e dove vuoi cercarlo. Ricordate sempre alcuni cibi selvatici, anche se commestibili, se consumati in quantità eccessive possono essere tossici e persino letali. In secondo luogo bisogna sempre ricordare che non tutte le zone sono idonee a quest’attività, perché alcune aree possono essere fortemente inquinate e contaminate. 

Prima di praticare il Foraging è necessario quindi documentarsi e saper bene distinguere le erbe velenose da quelle commestibili così come i funghi commestibili da quelli velenosi. Altrettanto importante è sapere quando raccogliere, ovvero il periodo di raccolta per capire se poi quel cibo (erba selvatica o fungo che sia) può essere consumato.

In terzo luogo bisogna anche sapere il modo di cucinare o consumare ciò che si raccoglie (è bene sapere se l’alimento raccolto va mangiato crudo oppure cotto).

Regole da seguire

Esistono delle regole da seguire se si vuole fare quest’attività nel rispetto dell’ambiente e in termini sostenibili:

  • non raccogliere più del dovuto, ma solo il necessario;
  • non calpestare le erbe non commestibili;
  • prendere le cortecce solo da alberi caduti;
  • tagliare le piante e non sdradicarle mai;

Ecco alcuni esempi di cibo che possono essere raccolti con questa pratica: 

  • cicoria;
  • rucola;
  • tarassaco;
  • iperico;
  • rodiola;
  • aglio orsino;
  • genziana;
  • camomilla;
  • melissa;
  • olmaria;
  • bacche;
  • more;
  • fragoline;
  • prugnole;
  • nespole;
  • castagne;
  • faggiole;
  • lattuga di mare;
  • alga rossa dulse.

Libri di foraging

Per imparare questa pratica è possibile documentarsi attraverso i libri come “Imparare l’arte del foraging”, di Valeria Margherita Mosca. Questo manuale d’istruzione contiene una sezione dedicata a oltre 150 specie di arbusti, erbe, frutti e fiori, ma anche una sezione dove illustra i vari habitat da esplorare per andare alla raccolta di cibo nel suo ambiente naturale.

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Un altro manuale che vi consigliamo vivamente è il “Libro delle libere erbe” di Nicoli e Malerba. Molto interessanti le schede di illustrazione delle erbe diffuse sul territorio italiano con tanto di ricette gourmet e tradizionali.

Marianna Somma

“So scrivere senza guardare la tastiera. Ma non so guardare la tastiera senza scrivere". Una storica dell'arte votata al copywriting. Svizzera nella precisione, partenopea nell'approccio positivo alla vita.