A prima vista sembra del classico vino, ma in realtà è del tutto analcolico. Andiamo a scoprire la bevanda che ha avuto grande successo all’estero e si diffonde sempre più in Italia: i proxies.
I proxies
Sentendo questo termine a molti saranno venuti in mente computer, programmazione o cose del genere, ma in realtà siamo molto lontani da questo mondo. Stiamo infatti parlando di bevande fermentate, un po’ avviene per la birra analcolica. I proxies, assomigliano in tutto e per tutto al vino, ed effettivamente provengono da frutta e altri prodotti botanici, fermentati. La cosa che li rende tanto famosi, soprattutto in quest’era in cui il No Alcol va di moda, è proprio l’assenza di alcol. Probabilmente starete pensando: “Ma di bevande analcoliche ne esistono tante, che hanno di così speciale i proxies?” Pensiero lecito, ma la loro struttura è tutt’altro che scontata e rispetto a molte preparazioni analcoliche hanno uno spessore maggiore.
I proxies sono ritenuti sostituti del vino e infatti, vengono proposti in bottiglie di vetro, proprio come quest’ultimo. Seguendo la stessa teoria del vino, essi vengono preparati tenendo conto dei piatti ai quali possono essere abbinati. Qualcuno potrà pensare: “Ma il vino dealcolato esiste già”. Ed in effetti è così, ma qui stiamo parlando di un prodotto del tutto differente a livello di gusto. I proxies vengono ottenuti dalla fermentazione stratificata di più elementi: legno, spezie, tè, frutta eccetera. Il risultato sensoriale che si ottiene alla fine quindi, è di gran lunga maggiore di quello del vino dealcolato. Il prodotto finale solitamente ha una spiccata acidità, data proprio dalla fermentazione e non manca neanche la tannicità, solitamente presente nel classico vino.
L’arrivo in Italia
All’estero queste bevande esistono già da qualche tempo, ma anche in Italia c’è un azienda giovane che ha deciso di iniziare la produzione. La commercializzazione del proxies italiano è iniziata a Febbraio 2023 dall’azienda Feral, sita a Mezzolombardo. Un team composto da giovani che hanno lungimiranza e cercano di portare sul mercato un prodotto giovane, ricercato e unico nel suo genere. L‘Head Brewer dell’azienda ha tenuto a precisare:
Non vogliamo scimmiottare il vino, ma proporre una cosa nuova, un’esperienza unica nel suo genere, non un surrogato come potrebbe essere il vino dealcolato. Si tratta di una bevuta adulta, qualcosa che resta, pensata per accompagnare il cibo.
Da cosa nascono i 4 proxies ideati dall’azienda italiana? Alla base di ogni bevanda c’è la barbabietola: bianca o rossa. Questa viene usata come base per la fermentazione, di seguito vengono aggiunte erbe, spezie, infusi o legno. Prezzo? Circa 8 € a bottiglia, per una bevanda da sorseggiare e gustare con assennatezza.
Concludendo possiamo quindi dire che i proxies, sono probabilmente le bevande del futuro. Anche se oggi non sono tanto conosciute, si prospetta avranno grande successo in futuro.