Il cosiddetto coperto è un contributo aggiuntivo che spesso fa storcere il naso agli avventori. Ecco alcuni dettagli a riguardo.
In questo periodo in cui, forse, ci siamo definitivamente lasciati alle spalle le restrizioni causate da COVID-19, la stragrande maggioranza della popolazione è probabile che si senta più libera di divertirsi e di recarsi in qualsiasi posto adibito allo svago.
Voglia di vita mondana post-pandemia
Per esempio, come ricordiamo, fino a poco tempo fa, bisognava rispettare una serie di precise norme quando si doveva andare in un luogo pubblico, come, per esempio, in un bar, in una sala cinematografica, nei negozi, e, in genere, nei locali.
Ora, però, a quanto sembra, ci siamo lasciati alle spalle i tempi più complicati, perlomeno, sotto questo punto di vista.
Non possiamo, di certo, però, parlare di un momento storico facile a livello economico, dato che, purtroppo, la pesante crisi economica sta ancora colpendo duramente il Bel Paese e altre realtà europee.
Così, magari, adesso che la pandemia dovrebbe essere terminata, c’è più voglia di uscire e di andare a mangiare una pizza insieme con gli amici o con i parenti, anche se, a mancare, stavolta potrebbe essere più che altro la pecunia.
Insomma, numerose famiglie italiane, in questo periodo, stanno facendo dei tagli alle spese quotidiane, e, per di più, anche per quanto riguarda quelle che concernono i sollazzi di varia natura.
A tal proposito, quindi, forse, si cercherà persino di recarsi un po’ meno di frequente al ristorante, senza, però, ce lo si augura, rinunciare in toto.
In questo frangente, come in tanti altri, ormai, quindi, si tenta di scegliere un posto non eccessivamente caro per le nostre tasche, ma che possa comunque essere confortevole e servirci delle buone pietanze.
L’addebito aggiuntivo del coperto
D’altra parte, a chi non è capitato, alcune volte, di strabuzzare gli occhi di fronte allo scontrino che il cameriere ci presenta alla fine del banchetto?
Si tratta, di questi tempi, probabilmente di una situazione abbastanza comune e che potrebbe persino farci decidere di consumare il pasto molto più spesso tra le mura domestiche.
Di frequente, però, gli elementi che concorrono ad aumentare il costo di una cena o di un pranzo, dir si voglia, non sono soltanto le portate in sé che abbiamo scelto dal menù, anche il cosiddetto coperto.
In effetti, questa usanza, tipicamente italiana, ha origini antiche, si pensa addirittura che risalga al Medioevo, quando, per l’appunto, i proprietari delle locande si difendevano da coloro che entravano nel locale soltanto per ripararsi dal freddo.
Va da sé, però, che, al giorno d’oggi, tale contributo ha preso un significato differente. Attualmente, infatti, per ʻcopertoʼ si intende più propriamente il costo del vettovagliamento.
Così, in questo senso, dovrebbe essere una sorta di tassa che si applica per la presenza di piatti, bicchieri, posate, tovaglie, e altri utensili che servono, per l’appunto, al commensale.
Inoltre, stando a chi ne sa di più, pare che nel coperto siano anche incluse le spese per le pulizie e anche la qualità del servizio stesso reso ai clienti.
Comunque sia, nonostante qualcuno potrebbe ogni volta storcere il naso per questo addebito aggiuntivo, in realtà, non c’è nessuna regola ufficiale che vieta a un locale di applicarlo. E, quindi, al momento, bisogna pagarlo.