Il caffè è la bevanda più consumata al mondo! Consumare giornalmente il caffè fa bene? Scopriamolo insieme.
Il caffè è una bevanda molto popolare consumata in molte parti del mondo e apprezzata per il sapore e per la caffeina che contiene. Molti di noi senza caffè non riuscirebbero proprio ad alzarsi dal letto! Figuriamoci ad ottenere l’energia necessaria per rimanere concentrati durante le lunghe serate di lavoro. Tuttavia, sorgono spesso domande riguardo agli effetti del caffè sulla nostra salute.
La risposta a se il caffè fa bene o male dipende da diversi fattori, tra cui la quantità consumata e la risposta individuale. In generale, il caffè può offrire alcuni benefici per la salute. Vediamone alcuni.
Consumare giornalmente il caffè, quali sono i benefici
Il caffè e il tè sono tra le bevande più popolari al mondo e contengono la caffeina come ingrediente principale. Gli epidemiologi e i nutrizionisti delle scuole di salute pubblica delle università di Singapore e Harvard hanno esaminato le implicazioni per la salute del consumo quotidiano di queste bevande, principalmente a causa della presenza di caffeina.
Il caffè è ricco di antiossidanti e può stimolare il sistema nervoso centrale. Secondo le evidenze attuali, il consumo moderato di caffè, nelle quantità raccomandate, non presenta rischi significativi per la salute. In genere, è consigliato un consumo di 4-5 tazzine al giorno per gli adulti sani, con una riduzione della quantità per le donne in gravidanza o in fase di allattamento. Questa quantità di caffè non supera l’assunzione giornaliera di 400 milligrammi di caffeina, che è considerata sicura per gli adulti.
Tuttavia, la situazione è diversa per i neonati e per le persone che assumono determinati farmaci. Durante la gravidanza e l’allattamento, è consigliato dimezzare il consumo di caffè a causa della possibile sensibilità dei neonati alla caffeina. Inoltre, alcune categorie di farmaci, come broncodilatatori, antibiotici chinolonici, antidepressivi e antipertensivi, possono interagire con la caffeina. In questi casi, la caffeina potrebbe rimanere nel corpo più a lungo e interferire con il metabolismo di tali farmaci. Pertanto, potrebbe essere necessario ridurre leggermente il consumo di caffè e di altri alimenti contenenti caffeina durante il trattamento con tali farmaci.
Salute cardiovascolare e malattie croniche, consumare giornalmente il caffè
Nonostante sembri non esserci nulla di nuovo rispetto a quanto già noto, una revisione approfondita ha evidenziato le prove disponibili sul rapporto tra caffeina e salute cardiovascolare. A breve termine, la caffeina, sostanza psicoattiva, può causare un aumento temporaneo della pressione sanguigna. Tuttavia, nel lungo periodo, il corpo sviluppa una forma di tolleranza nei confronti della caffeina, il che significa che i consumatori abituali di caffè non sono necessariamente a rischio di sviluppare ipertensione.
L’acido clorogenico presente nella bevanda può anche attenuare l’effetto della caffeina sulla pressione sanguigna, offrendo un certo beneficio anche alle persone che già soffrono di ipertensione. Pertanto, non esistono prove che suggeriscano di vietare il consumo di caffè alle persone predisposte all’ipertensione. Infine, non sembra esserci un aumento del rischio di fibrillazione atriale, malattie coronariche o ictus associato al consumo di caffè.
Caffè e prevenzione di altre malattie croniche
Il consumo di caffè, sia con che senza caffeina, sembra essere associato alla prevenzione di altre malattie croniche per diverse ragioni. Numerosi studi hanno documentato questo legame, sia in termini di incidenza che di mortalità, indipendentemente dall’etnia delle persone coinvolte. Uno dei risultati più solidi in questo campo è stato pubblicato nel 2012 sul New England Journal of Medicine.
Secondo questo studio, il beneficio è stato riscontrato tra coloro che erano soliti bere da 2 a 5 tazze di caffè al giorno, mentre oltre questa quantità non si è ottenuto lo stesso risultato. Uno dei benefici più evidenti riguarda il diabete di tipo 2, poiché sembra che il consumo di caffeina possa avere una serie di effetti a catena che riducono l’incidenza di questa malattia. Tra questi effetti rientrano la riduzione dell’appetito e dell’assunzione di energia, nonché il successivo controllo del peso corporeo.
Tuttavia, gli autori del documento avvertono che questa argomentazione vale solo se si consumano caffè e tè senza zuccheri aggiunti. Se entrambe le bevande sono zuccherate o se la caffeina viene assunta tramite bibite e bevande energetiche che contengono zuccheri aggiunti, si rischia invece di contribuire all’aumento della circonferenza della vita. Infatti, gli zuccheri aggiunti possono compromettere i benefici del caffè sulla sensibilità all’insulina a breve termine, rallentando l’immagazzinamento del glucosio nei muscoli sotto forma di glicogeno.
Tuttavia, nel complesso, sembra che le altre molecole presenti nel caffè attenuino questo effetto negativo nel tempo. Pertanto, possiamo affermare che, pesando i pro e i contro, il consumo regolare di caffè può essere considerato irrilevante per il rischio di sviluppare il diabete.
Svantaggi nel consumo del caffè
Il caffè contiene sostanze come caveolo e cafestolo che possono influenzare il profilo lipidico, aumentando i livelli di colesterolo totale e del colesterolo “cattivo” LDL. Questo effetto è più pronunciato nel caso del caffè preparato con la moka o il caffè pressato, poiché queste metodologie prevedono un contatto più prolungato tra i granuli di caffè e l’acqua calda. Al contrario, l’effetto è leggermente inferiore nel caso del caffè espresso e ancora più basso nel tradizionale caffè americano filtrato, in cui l’acqua passa più rapidamente attraverso la miscela e molti dei composti del caffè vengono trattenuti dal filtro, di solito di carta.
Caffè in gravidanza
Se si sta pianificando una gravidanza, è consigliabile ridurre o eliminare del tutto il consumo di caffè per aumentare le probabilità di concepimento. Infatti, la caffeina può influire sulle contrazioni delle tube di Falloppio, attraverso le quali l’ovulo fecondato si muove verso l’utero per l’annidamento e lo sviluppo dell’embrione. In questo caso, si suggerisce di optare per sostituti del caffè come l'”caffè” d’orzo o il “caffè” di cicoria.
È importante sottolineare che il consumo di caffè è fortemente sconsigliato per persone con determinate condizioni di salute. Queste includono nevrosi, artrite, aritmia, malattie cardiache, problemi alla prostata, problemi circolatori, infiammazioni delle vie urinarie, colite, gastrite e ulcere gastroduodenali. Queste condizioni possono essere influenzate negativamente dalla caffeina presente nel caffè.
L’abitudine di bere caffè dopo i pasti come aiuto alla digestione è diffusa, ma in realtà la presenza di tannini derivati dal processo di tostatura può rendere la digestione più difficile. I tannini inibiscono l’azione degli enzimi digestivi come le proteasi, le lipasi e le amilasi, compromettendo l’assimilazione corretta di proteine, oligoelementi e sali minerali come calcio e magnesio. Inoltre, i tannini possono causare irritazione e infiammazione intestinale, rendendo il caffè un lassativo innaturale per molte persone.
Infine, la caffeina nel caffè aumenta la produzione di acido gastrico nello stomaco, il che può peggiorare la situazione per chi soffre di bruciore di stomaco, gastrite e reflusso gastroesofageo. Un ambiente eccessivamente acido nello stomaco insieme all’effetto riscaldante del caffè può contribuire a tali problemi.
Insomma consumare giornalmente il caffè è sicuramente un piacere a cui pochi riescono a rinunciare. I suoi effetti sulla nostra salute dipendono sicuramente dal quantitativo che ne assumiamo e dalle nostre condizioni fisiche.