Se siete a Genova, dovete assolutamente visitare la famosa Lanterna. Simbolo della città e icona intramontabile, il faro di Genova è uno dei luoghi più cari ai genovesi. Scopriamo insieme la sua storia e perché vale la pena visitarlo almeno una volta nella vita.
Collocato su un’alta collina a quasi 120 metri sul livello del mare, il faro di Genova, noto come la Lanterna, fu costruito nel 1128 e ricostruito completamente nel Cinquecento.
Si raggiunge solo ed esclusivamente a piedi camminando dal punto noto come Terminal Traghetti. Occorre salire ben 172 gradini dei 365 totali per visitare dall’interno il famoso faro di Genova.
Il faro fu edificato sul Promontorio di San Benigno ed aveva lo scopo di custodire il golfo e aiutare le navi nel loro ingresso al porto.
Lo stemma fu dipinto sul faro solo a metà del Trecento, mentre il faro è segnalato sulle mappe nautiche e topografiche anche in tempi più antichi.
A causa del vento marino e dei secoli, il celebre stemma si era pesantemente rovinato, ma nel 2019 è tornato all’antico splendore con un’importante opera di restauro.
Il faro di Genova è il luogo del cuore dei genovesi e per capire questi legame indissolubile tra faro e popolo è necessario ripercorrere la storia di questo importante simbolo della città.
Sappiamo per certo che già nell’antichità nel punto dove oggi sorge il faro si accendevano fuochi di avvistamento per aiutare le navi a vedere la costa.
In epoca romana c’era anche una fortezza, sempre edificata con lo stesso scopo.
La prima notizia certa della Lanterna risale al 1128 ed è un documento in cui il console obbliga tutti i cittadini a turni di guardia nel faro per l’avvistamento delle navi.
Sempre in un documento risalente però al 1161 è citata la Lanterna come torre di guardia e si parla dei dazi da versare per il servizio offerto dal faro.
Le segnalazioni alle navi erano fatte bruciando sterpaglie di erica e ginestra. Il guardiano aveva lo scopo sia di segnalare la costa alle navi sia di avvisare i genovesi dell’arrivo di navi nemiche.
Successivamente il sistema di comunicazione divenne più complesso e prevedeva bandiere e drappi. Nel 1318 fu costruito un fossato intorno al faro.
Dal 1321 è documentato che non si utilizzavano più i falò bensì le lanterne ad olio. Fu istituita una nuova professione, quella dei turrexiani, incaricati di accendere le lampade ogni notte e di fare i guardiani del faro.
Nel Quattrocento ci furono lavori di ristrutturazione significativi e il faro di Genova venne adibito anche a prigione.
Durante il Cinquecento, in seguito agli scontri tra gli invasori francesi e i genovesi, il faro fu pesantemente danneggiato.
Solo cinquant’anni dopo fu totalmente ricostruito, assumendo l’aspetto attuale.
Nel Seicento la cupola della Lanterna fu arricchita di un parafulmine. Nei secoli successivi l’unico cambiamento fatto è stato il tipo di illuminazione.
Dai falò alle lanterne ad olio, dall’olio d’oliva al gas di acetilene al petrolio fino all’utilizzo dell’elettricità dal 1936.
Non si conosce chi sia il costruttore del magnifico faro di Genova.
La leggenda vuole che, dopo aver visto il lavoro ultimato, i genovesi colpiti da tanta magnificenza uccisero il costruttore del faro.
Lo buttarono in mare per impedirgli così di costruirne altri simili altrove.
Secondo un’altra versione, il costruttore fu ucciso dai genovesi perché non volevano pagarlo.