Poco tempo fa, un condannato a morte, aveva richiesto di fare un pasto di numerose portate. Ecco cosa ordinò il killer.
Un condannato a morte, a distanza di pochi giorni dall’iniezione letale, ha fatto un pasto davvero incredibile.
Le pena di morte nel corso dei secoli
La pena di morte, nonostante, ormai, sia stata abolita in tante parti del mondo, in realtà si pratica ancora in oltre cinquanta Stati.
Così, per esempio, possiamo menzionare, gli USA, l’Egitto, l’Iraq, il Pakistan, gli Emirati Arabi e la Cina.
Comunque sia, però, la cosiddetta pena capitale non è di certo un’invenzione della modernità.
In effetti, si tratta di una legge molto antica che, secondo gli storici, era già applicata durante l’età greco-romana e nel Medioevo.
In passato, dunque, si effettuava la pena di morte del condannato tramite diverse pratiche. Così, ad esempio, c’era il rogo, lo sbranamento, l’impalamento, e via discorrendo.
Queste condanne, quindi, erano viste come una sorta di vendetta nei confronti di chi aveva fatto del male a qualcun altro.
Inoltre, si utilizzava anche come deterrente, cioè per non invogliare altri criminali a compiere il medesimo reato.
Tuttavia, nel corso del Settecento si iniziò a discutere riguardo all’abolizione di questo supplizio.
In particolare, il noto economista italiano Cesare Beccaria, all’interno del saggio Dei delitti e delle pene, aveva considerato la pena di morte come disumana e inutile per evitare i reati.
L’ultimo pasto del condannato a morte
Da un po’ di tempo, come si riporta, l’ONU ha deciso di opporsi alla pena di morte.
Di recente, Volker Türk, cioè capo delle Nazioni Unite per i diritti umani, durante una tavola rotonda a Ginevra, ha ribadito un concetto importante.
Nella fattispecie, ha sottolineato che, ormai, è stato dimostrato che la pena di morte non ha un vero impatto sulla diminuzione dei peggiori crimini.
Comunque sia, la pena capitale, al giorno d’oggi, è ancora applicata negli Stati Uniti d’America.
Qualche anno fa, quindi, Ray Jefferson Cromartie, a causa dell’omicidio di un commesso di Thomasville, è stato condannato a morte.
L’uomo, in particolare, è stato in carcere per ben venticinque anni nel cosiddetto braccio della morte, cioè una sezione di penitenziari in cui rimangono per molto tempo i condannati.
Secondo quanto si riporta, dunque, Cromartie avrebbe freddato un commesso di un negozio di alimentari con lo scopo di effettuare i rapina a mano armata.
Per la precisione, l’omicidio accadde nel 1994 e, soltanto tre anni dopo, i suoi complici testimoniarono contro di lui.
La legge statunitense, però, prima dell’iniezione letale, permette al condannato di richiedere un pasto. Ebbene, il killer in questione, stando a fonti credibili, avrebbe chiesto addirittura undici portate.
Così, a quanto pare, chi di dovere ha accontentato appieno la sua richiesta nei minimi dettagli. Nella fattispecie, dunque, Cromartie ha fatto un lauto e abbondante pasto composto da numerosi piatti.
A tal proposito, quindi, Georgia Department of Corrections ha fatto sapere che il condannato avrebbe consumato un paio di bistecche, una manciata di riso e un’aragosta intera.
Poi, ancora, non contento, aveva mangiato anche un cheeseburger con patate fritte, un milkshake e persino una torta.
Infine, Cromartie, dopo tutte queste portate, non ha voluto fare alcuna dichiarazione.
L’unica altra e ultima richiesta è stata quella di una preghiera in suo favore.