La chiamano farina di psillio, ma in realtà si presenta proprio come dei piccoli semi. I suoi usi in cucina sono davvero sorprendenti, ma ancora più uniche, sono le sue qualità benefiche. Scopriamo nel dettaglio questa farina.
La farina di psillio
Ottenere torte soffici, lievitati e panificati con le farine senza glutine, può risultare una vera sfida. Le farine senza glutine sono potenzialmente deboli, quindi nel momento in cui andiamo a creare un impasto che deve lievitare, questo avrà molta difficoltà a crescere. Gli impasti senza glutine infatti, sono solitamente poco elastici e molto friabili. Ma è proprio in queste occasioni che corre in nostro aiuto la farina di psillio. Personalmente ho avuto modo di scoprirla qualche anno fa, e ha del tutto rivoluzionato il mio modo di cucinare con le farine senza glutine.
La sua capacità è quella di creare una sorta di struttura nelle preparazioni prive di glutine, simulando l’effetto che avrebbe il glutine stesso. Inoltre è un ottimo addensante, si può infatti utilizzare per la preparazione di budini, creme o come sostituto delle uova. Possiamo quindi dire che è anche un alleato della cucina vegana. Ma scopriamo nel dettaglio come si ottiene questa “farina”.
Come si ottiene la farina di psillio
Direttamente dal Medioriente arriva il Plantago Ovata, pianta dalla quale si estraggono le bucce di semi di psillio, dalle quali si ottiene la famosa farina di cui stiamo parlando oggi. La cuticola dei semi, cioè la parte più esterna, viene tritata o ridotta in scaglie, dalle quali si ottiene un prodotto dall’alto potere addensante.
Oggi troviamo questa pianta, anche negli Stati Uniti e nel bacino Mediterraneo, ma il maggiore produttore rimane l’India. Il suo nome deriva da un termine latino che significa “pulce” (Psylla) e gli è stato affidato proprio per la sua particolare forma.
Uso in cucina
Il suo alto potere addensante rende questa farina molto potente, e quindi va utilizzata in pochissime quantità. L’eccedere nelle preparazioni, darà vita a impasti o creme simile a colla. Qual è quindi la dose giusta da adoperare? Secondo gli esperti, il psillio va aggiunto dall’1,5% al 3% del peso totale delle farine senza glutine che stiamo adoperando. Se prepariamo ricette che hanno necessità di più lievitazione, come ad esempio pizze, muffin o torte, useremo una quantità maggiore, se invece prepariamo crostate, biscotti o altri preparati che non necessitano lievitazione, ne useremo una quantità minima.
Ma come accennato all’inizio, il psillio, può anche sostituire le uova, nell’ambito di un alimentazione vegana. Basterà miscelare 1 cucchiaio di farina con 3 cucchiai di acqua e lasciare a riposare il tutto per 15 minuti. A questo punto, il composto avrà la stessa funzione dell’uovo nelle ricette. Una preparazione di queste, sostituisce 1 uovo, quindi si può semplicemente sostituire l’uovo nella ricetta, con questo preparato.
Il psillio è utile non solo come sostituto di glutine e uova, ma ha anche molteplici qualità benefiche, scopriamole insieme.
Benefici e proprietà
Il suo valido aiuto in cucina l’abbiamo visto, ma sapevate che il psillio è un vero aiuto per chi soffre di problemi gastrointestinali? La sua capacità di attirare l’acqua all’interno dell’intestino, aiuta a normalizzare la consistenza delle feci. Un uso eccessivo però del psillio, potrebbe ricadere nell’effetto contrario, avendo funzioni lassative. Un aiuto importante lo da anche all’apparato dello stomaco, riduce infatti tutti quelli che possono essere i fastidi legati al reflusso gastroesofageo.