Le uova di tacchino sono un alimento nutriente e apprezzato in molte cucine tradizionali, possono essere cotte sode, in frittata o come ingrediente segreto.
Nonostante siano ricche di proteine e nutrienti essenziali, le uova di tacchino non hanno una larga diffusione, e il motivo non è noto a molti.
Valori nutritivi delle uova
Le uova oltre ad essere un cibo nutriente e ricco di vitamine, sono anche economiche e si possono cucinare in diversi modi accostati ai più svariati ingredienti.
Con un uovo del peso di circa 50 grammi senza il guscio, abbiamo un apporto circa 64 kcal, con:
- 6,2 grammi di proteine;
- 4,4 grammi di grassi;
- e appena 0,3 grammi di carboidrati.
Le proteine delle uova sono le migliori possibili, in quanto al loro interno troviamo gli aminoacidi essenziali che il nostro organismo non è in grado di produrre da solo.
Per quanto le proteine delle uova siano presenti sia nel tuorlo che nell’albume, quest’ultimo è privo di grassi e di colesterolo. Per contro nel tuorlo, sono presenti circa il 27% di grassi, di questi una parte sono saturi e una parte sono insaturi.
Poiché nel tuorlo è presente anche il colesterolo, questo alimento è stato per molto tempo visto come un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.
Tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che consumare uova in modo misurato, non aumenta il colesterolo nel sangue né il rischio di infarto o ictus.
Le uova apportano vitamine importanti per il nostro organismo come le vitamine A, D, E, la B12 e la colina. Mentre tra i minerali possiamo contare su: potassio, ferro, calcio, selenio, fosforo e zinco.
Sembra evidente che le uova siano da vedere come un alimento completo e molto nutriente, che può essere inserito in una dieta equilibrata.
Nell’acquistare le uova è consigliabile scegliere uova fresche e biologiche, la provenienza da allevamenti a terra o all’aperto, infatti garantisce il benessere degli animali e la qualità dei prodotti.
Uova di tacchino
In commercio si possono trovare uova di gallina, di quaglia, di anatra, ma per quanto siano commestibili è molto difficile trovare le uova di tacchino.
Come è logico pensare le uova di tacchino sono leggermente più grandi delle uova delle galline. Inoltre hanno la membrana che le riveste più spessa, se confrontata con le altre e sono visibili delle piccole chiazze marroni.
Quanti hanno avuto modo di gustarle le descrive dal sapore ottimo, e non troppo distante dal sapore dalle uova di galline. Nonostante tutto al supermercato non sono presenti, ma il motivo è tutto da comprendere.
Riguardo il non trovare uova di “tacchina” al supermercato la risposta non è una sola, ma è determinata da varie considerazioni.
Tra le tante considerazioni la principale è la quantità di uova deposte, i tacchini “addomesticati” sono in grado di deporre anche fino a 100 uova all’anno.
Per comprendere la mancata convenienza delle uova di “tacchina”, bisogna considerare le uova deposte: uno a settimana contro l’uovo al giorno deposto dalla “gallina”.
Oltre la valutazione del periodo in cui entrambe incominciano a produrre: le galline dopo appena 24 settimane di vita, contro i ben 7 mesi della femmina di tacchino!
Su tutto questo vanno anche incideere i costi dell’allevamento dei tacchini, che per diverse motivazioni sono di gran lunga superiori a quelli delle galline.
Gli investimenti necessari affinché si possa affrontare l’allevamento di uova di tacchino richiede cifre e tempi maggiori.
Dalle argomentazioni appena accennate e elencate si comprendono le ragioni per cui questo tipo di attività non abbia ancora avuto largo seguito.
Inoltre come spesso hanno denunciato gli ambientalisti, spesso l’allevamento intensivo e poco rispettoso degli animali si nasconde dietro la maggior parte delle uova in commercio.
Non sono pochi i reportage che hanno portato alla luce come le galline destinate alla produzione di uova, siano tenute in allevamenti, dove la vita è impossibile, ivi compresi quelli biologici.
Secondo quanto emerso da uno studio scioccante, circa il 95% delle galline di un allevamento intensivo ha le ossa dello sterno rotte. Alla fine dello studio si è potuto verificare come alla base di questo ci fosse proprio lo sfruttamento eccessivo e indiscriminato delle galline ovaiole, motivato dall’aumento della produzione di uova.