Avete mai ordinato un Gin Tonic? Da cosa è composto questo cocktail e perché al buio si “illumina”? Conosciamo meglio questo cocktail.
Il Gin Tonic: storia e composizione
Uno dei cocktail più rinfrescanti e semplici di sempre, il Gin Tonic nasce nel lontano 700. I soldati britannici all’epoca amavano unire la bevanda distillata inglese più diffusa, il gin, con l’acqua tonica. Il motivo per cui facevano questo non era solo il gusto, ma in realtà c’era un motivo più “salutistico” se così si può dire. L’acqua tonica contiene al suo interno un alcaloide naturale chiamato “chinino“. All’epoca si riteneva che questa sostanza, potesse diminuire, se non annullare del tutto, la possibilità di contrarre la malaria.
Col passare del tempo comunque la bevanda è divenuta famosa non solo tra i soldati, ma si è diffusa in tutto il paese. In effetti ancora oggi, non esiste una vera e propria ricetta precisa, ma ognuno miscela le 2 bevande in quantitativi differenti. Ad esempio a cambiarne le quantità richiesta può essere l’occasione in cui si decide di offrire il cocktail. Se durante un aperitivo o come happy hour, sicuramente le dosi di gin saranno minori. Se invece lo si serve come fine pasto, probabilmente un po’ di gin in più è gradito.
A prescindere dalle quantità di gin comunque, questo cocktail ha una caratteristica al quanto particolare. Sebbene alla luce si mostri trasparente, al buio si “illumina”. Da cosa è dato questo fenomeno?
Perché il Gin Tonic si illumina
Avete mai visto preparare un Gin Tonic? I due ingredienti utilizzati sono basilarmente trasparenti, quindi uniti insieme creano una bevanda che a prima vista sembra acqua frizzante. Ma in alcune circostanze capita qualcosa di spettacolare, la bevanda si “illumina“.
Probabilmente vi sarà capitato di notare questo fenomeno durante una serata in discoteca oppure in un pub o durante una partita di bowling, quando le luci sono calate e rimane solo la luce di sottofondo. Ma se alla luce normale questo cocktail appare trasparente, com’è possibile che con luci soffuse le cose cambiano?
Ebbene la risposta è da ricercarsi nella composizione chimica della bevanda stessa. Come abbiamo detto all’inizio, l’acqua tonica ha al suo interno una alcaloide chiamato “chinino“, che è la stessa sostanza che gli conferisce il tipico sapore amarognolo.
Essa ha una speciale capacità, ovvero quello di catturare la luce ultravioletta e rifletterla, apparendo così ai nostri occhi di colore blu. Quello che quindi modifica la colorazione quando c’è la luce soffusa nei locali, è proprio il tipo di luce. Solitamente in questi locali per creare atmosfera, viene proiettata una luce di sottofondo di colore blu. Ed è proprio questa luce che permette alla bevanda di cambiare colore.