Il riso basmati è una varietà di riso molto diffusa e popolare nelle cucine di molte culture. Tuttavia, è importante considerare le sue caratteristiche nutrizionali per comprendere se sia davvero salutare come potremmo pensare.
Il riso basmati è noto per il suo sapore aromatico e la consistenza leggera e soffice. È ricco di carboidrati complessi, che forniscono energia al nostro corpo.
Dieta e riso
Molti che hanno preso un po’ di peso durante l’inverno stanno cercando di rimettersi in forma ora che l’estate è vicina.
Gli esperti di nutrizione avvertono che la dieta fatta all’ultimo minuto può essere dannosa. Molte volte, infatti, se si segue una dieta casalinga o troppo severa, si riprendono i chili persi in poco tempo. E tutti gli sforzi, sia che si parli di quelli alimentari , sia che ci si riferisca a quelli fisici , vanno sprecati.
Per dieta, infatti, si intende un modo di alimentarsi sano, che dia al corpo tutti i nutrienti necessari in modo bilanciato. Una buona alimentazione insieme a un’attività fisica regolare sono i principali fattori di una vita lunga e in salute.
Inoltre bisogna prestare attenzione alle porzioni e al modo in cui viene cucinato il riso basmati. Se viene consumato in eccesso o viene aggiunto troppo olio, burro o sale durante la preparazione, potrebbe contribuire a un aumento di calorie, grassi saturi e sodio nella dieta, che possono influire sulla salute.
Ora parlando di ingredienti, è bene sapere che un piatto che spesso viene visto come dietetico ma che, in realtà, può avere diverse controindicazioni e proprio Lui. Ma andiamo al dunque per scoprire meglio il riso basmati.
Riso basmati: cos’è e cosa bisogna guardare quando lo si sceglie
Il basmati è un riso con i chicchi piccoli e lunghi, che viene originariamente dall’India e dal Pakistan. Ora, però, questa varietà si trova anche fuori da questi Paesi e piace molto per il suo profumo intenso (infatti, il nome ‘basmati’ significa proprio che ha un sapore gradevole).
Approssimativamente, una porzione di 50 grammi di riso basmati fornisce circa 180 calorie. Di queste, circa 41 grammi sono costituiti da carboidrati, di cui 1 grammo è costituito da fibre. La porzione contiene anche 4 grammi di proteine, 0,72 grammi di ferro e 10 milligrammi di sodio.
Si trova tutto l’anno, il riso basmati è adatto anche a chi ha problemi con il glutine perché non ne contiene. Inoltre, grazie alle fibre che ha, aiuta l’intestino soprattutto se è integrale.
In più, ha un indice glicemico più basso rispetto ad altri tipi e non si appiccica quando è cotto. Questa caratteristica fa del basmati il riso ideale per molte ricette. Sembra che non ci sia nulla di negativo riguardo l’alimento non cotto dal quadro che abbiamo appena preso in considerazione.
La cottura, infatti, fa sempre salire gli zuccheri e fa scendere i valori nutrizionali. Ma quello a cui bisogna fare caso quando si compra è un altro particolare che possiamo leggere in etichetta.
E la domanda da farsi è: da dove viene? Le informazioni che vi abbiamo dato, e che si basano sugli studi scientifici, riguardano la varietà bianca di origine italiana.
Tuttavia, l’India e il Pakistan sono i principali produttori di riso basmati a livello mondiale, seguiti da Nepal e Bangladesh. In confronto, la produzione italiana di riso basmati è quasi trascurabile.
Inoltre, come molti altri tipi di riso, il riso basmati può contenere tracce di arsenico. L’arsenico è un metallo pesante presente naturalmente nell’ambiente e può essere assorbito dalle piante, inclusi i cereali come il riso. Tuttavia, le quantità di arsenico presenti nel riso basmati sono generalmente inferiori rispetto ad altre varietà di riso.
Per ridurre l’esposizione all’arsenico, si consiglia di lavare il riso prima della cottura e di utilizzare una maggiore quantità di acqua durante la cottura, scolando poi l’acqua di cottura. Questo metodo può aiutare a ridurre i livelli di arsenico residuo. Questo si accumula particolarmente nel riso, soprattutto nella quota inorganica, e che dipende dalle condizioni di coltivazione del cereale, soprattutto quello proveniente da paesi extraeuropei.
I paesi fuori dall’Europa citati, però, non seguono le regole stabilite dall’UE su pesticidi e sostanze chimiche proibite nell’agricoltura.
Il messaggio implicito è chiaro: c’è un rischio di acquistare un alimento contaminato e insostenibile. Pertanto, è preferibile optare per una varietà di riso italiana diversa.
Lavare via l’arsenico dal riso
Ci sono due regole fondamentali per la preparazione del riso. La prima consiste nell’utilizzare una quantità di acqua maggiore rispetto a quella necessaria, in modo da evitare che il riso assorba tutta l’acqua durante la cottura. In questo modo si ottiene un riso più morbido e non appiccicoso.
Un’altra pratica importante è mettere il riso in ammollo prima della cottura. Questo serve a permettere al riso di rilasciare parte dell’arsenico presente nel cereale nell’acqua di ammollo. In questo modo si riduce la quantità di arsenico assorbito durante la cottura e si rende il riso più sicuro da consumare.
Stando alle prove eseguite è risultato che usando una proporzione di 1 parte di riso e 5 parti di acqua, solo il 43% dell’arsenico resta dentro i chicchi di riso. Però, se si lascia il riso in ammollo per una notte, la quantità di arsenico nel riso si abbassa ancora al 18% rispetto alla quantità originale.
In conclusione, il riso basmati può far parte di una dieta equilibrata e salutare se viene consumato con moderazione e cucinato in modo sano. Come sempre, è importante seguire un’alimentazione varia ed equilibrata, che includa una vasta gamma di cibi nutrienti, per garantire un apporto completo di sostanze nutritive.