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Come chiedere i 150 euro di rimborso per il Pandoro di Chiara Ferragni

Potremmo affermare che finalmente giustizia è stata fatta. Anche se non è ancora completamente chiara la vicenda nel suo complesso, è stato messo un punto alla storia del Pandoro Gate. Tutti gli acquirenti riceveranno un rimborso per essere stati truffati, ma a quale “prezzo”? Cosa ha chiesto in cambio la Ferragni? Scopriamolo insieme.

Il Pandoro Gate e la fine di un’era

Per capire bene il finale di questa storia intricata al pari di una telenovela, è bene partire dall’inizio. Era il periodo di Natale 2022, ovvero 2 anni fa, quando scoppiava a livello mondiale il più grande scandalo legato al nome di un influencer nostrana. La protagonista è Chiara Ferragni e la sua colpa è stato a suo dire “un errore di comunicazione in buona fede” che le è costato la perdita immediata di milioni di follower così così la fine di tante sponsorizzazioni e collaborazioni con marchi importanti. La fine di un mito, la caduta del regno dei Ferragnez, gli oscuri retroscena dietro lo sfavillante mondo idilliaco e perfetto dei social: sono stati tanti i termini usati per descrivere lo sdegno e la rabbia dei consumatori italiani.

Pandoro di Chiara Ferragni rimborso- wineandfoodtour.it

Una multa di 1 milione e 495 mila euro all’influencer che ha truffato i suoi follower facendo intendere loro che comprando il Pandoro griffato avrebbero contribuito ad una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. In realtà la beneficenza pari a 50 mila euro era già stata fatta e decisa mesi prima, a prescindere dai soldi incassati con i Pandori griffati. I poveri consumatori italiani erano convinti che acquistando il Pandoro “Pink Christmas” il cui costo era oltre il doppio di quello classico Balocco avrebbero contribuito a fare beneficenza. La truffa aveva fatto intascare alla Ferry più di un milione di euro.

Il rimborso di 150 euro per gli acquirenti

Secondo le dichiarazioni della Codacons, i consumatori italiani che nel 2022 hanno comprato il “Pandoro Pink Christmas” potranno ricevere un indennizzo di 150 euro. Quella che in apparenza potrebbe sempre una grande vittoria, in realtà nasconde non poche ombre. Secondo le notizie riportate da Selvaggia Lucarelli e dai vari telegiornali in questi giorni, solo 160 consumatori di 290.000 avrebbero chiesto il risarcimento per essere stati truffati. Le spese di rimborso ammontano dunque a 24.000 euro che sono ben poca roba rispetto ai 43 milioni intascati per i Pandori griffati. 

Pandoro- wineandfoodtour.it

Anche avere questo famigerato rimborso di 150 euro a fronte dei 9,37 euro spesi per acquistare il Pandoro è un’impresa non affatto semplice. Bisogna andare sul sito del Codacons inserire la copia del documento d’identità e la prova di acquisto (scontrino o autocertificazione) e attendere conferma e poi ricevere il rimborso. Secondo tante voci autorevoli, più che una vittoria per i consumatori sarebbe un “contentino” per togliere definitivamente di mezzo la faccenda, anche perché in cambio dei rimborsi la Ferragni ha chiesto e ottenuto il ritiro di tutte le denunce.

Marianna Somma

“So scrivere senza guardare la tastiera. Ma non so guardare la tastiera senza scrivere". Una storica dell'arte votata al copywriting. Svizzera nella precisione, partenopea nell'approccio positivo alla vita.