Andiamo alla scoperta del Cold Brew, il caffè freddo – unico nel suo genere – che andrebbe provato almeno una volta nella vita.
Il cold brew rappresenta una versione più sofisticata del classico caffè freddo: tale bevanda, inoltre, mantiene intatte tutte le caratteristiche organolettiche di un espresso tradizionale grazie al suo metodo di estrazione. Scopriamo, dunque, insieme la storia e qualche curiosità su tale tipologia di caffè.
Cold brew, il caffè freddo più trendy del momento
Considerato una delle tendenze più particolari ed intriganti degli ultimi anni, il cold brew preserva tutte le qualità originarie del chicco di caffè.
Con l’arrivo dei mesi più caldi, cresce il desiderio di trovare refrigerio senza, però, rinunciare al piacere di un buon caffè. A differenza del semplice caffè lasciato a raffreddare sul tavolo, il cold brew fa leva, infatti, su un processo di macerazione che trasforma totalmente l’idea del caffè freddo che abbia da sempre, in sostanza.
I chicchi macinati in modo grossolano sono, poi, immersi in acqua a temperatura ambiente per 12-24 ore, per poi essere sottoposti ad un filtraggio che produce un concentrato potente, da diluire con acqua, cioccolato, latte o, in alternativa, miscelato con ghiaccio.
La storia di questa bevanda fredda
Secondo le ricerche di Chloë Callow, che ha scritto un libro su tale bevanda, la stessa sarebbe nata in Giappone, dove per secoli è stata preparata con una tecnica di gocciolamento lento, conosciuta come stile di Kyoto.
Tale metodo è – alcune volte – chiamato “caffè olandese” in Asia, denominazione derivante dai commercianti olandesi che introdussero tale bevanda nel continente.
Un’altra teoria dal Gambero Rosso, attribuisce l’invenzione del metodo agli Stati Uniti. L’inventore, Todd Simpson, ingegnere chimico appassionato di gastronomia, ideò il “toddy” dopo un viaggio in Guatemala, dove scoprì il caffè filtrato. Al rientro, l’ingegnere, poi, adattò il metodo al fine di ridurre l’acidità del caffè, al fine di favorire la digestione della moglie che soffriva di disturbi gastrici.
Il gusto del cold brew è diverso dal classico caffè freddo per via delle differenze che intercorrono nel processo di estrazione.
I chicchi macinati non sono mai esposti all’acqua calda, pertanto il profilo aromatico risultante è unico. Anche se è meno intenso, il cold brew ha una concentrazione di caffeina superiore a quella presente nell’espresso, in virtù del lungo processo di fermentazione a cui è sottoposto.
Le differenze che intercorrono tra il cold brew e il caffè freddo
Il cold brew non è semplicemente un caffè freddo più “raffinato“. Le due bevande, infatti, anche se preparate con caffè ed acqua, per, poi, essere servite fredde, differiscono sotto diversi aspetti.
La maggior parte dei metodi tradizionali utilizzati per la preparazione, infatti, prevede il raffreddamento del caffè a temperatura ambiente, processo al quale segue la refrigerazione, che tende a diminuire gli aromi ed alterare la qualità del caffè nel tempo.
La versione brew, invece, fa leva un’estrazione lenta ed a freddo che preserva gli aromi e diminuisce l’acidità.