È il frutto dell’estate per eccellenza. Rinfresca e rallegra giornate di sole intenso e serate in compagnia di amici. Ha svariati nomi anche se i più comuni sono ‘Cocomero’ o ‘Anguria’. Viene chiamato anche: mellone d’acqua nell’Italia Meridionale, cucombra in bolognese, muluni o mellone in siciliano, ‘lu cucumarazzu’ in salentino, ‘zipangulu’ in calabrese, ‘pateca’ in genovese, ‘sindria’ in sardo, ‘popone’ in fiorentino… A seconda del Paese assume, pertanto, denominazioni differenti.
Ma resta il dubbio se il termine italiano più corretto sia anguria o cocomero. Quest’ultimo, è il termine utilizzato anche dai botanici e più si accosta alla terminologia latina Cucumis citrullus; mentre anguria è il nome di derivazione greca che nasce da angurion, che significava precisamente cetriolo. Ognuno nel tempo ha scelto per identificare questo frutto proveniente dall’Africa tropicale, e appartenente alla famiglia delle cucurbitacee, con il nome preferito. Sta di fatto che accompagna la stagione più calda con i suoi colori intensi e soprattutto il suo succulento sapore dolce e dissetante.
Tante le varietà
Si contano circa 50 varietà di anguria, alcune meno note, ma non meno saporite. L’anguria Densuke, coltivata sull’isola di Hokkaido in Giappone, è tra le varietà più singolari, per quando dalla forma sferica ha una buccia verde scura quasi nera, seppure con polpa rossa, dolce e croccante; altro prodotto giapponese è l’anguria Kaho, dalla forma ovale, con buccia liscia verde chiaro e polpa color salmone; Orangeglo, è l’anguria originaria del Texas, di dimensioni più grande e con la buccia striata; sempre negli Stati Uniti c’è la Moon and Stars, dalla forma ovale-oblunga con una buccia verde che presenta macchie gialle sparse in modo irregolare su tutta la superficie, ha la polpa rosata dolce e aromatica e i semi sono bianchi; la Cream of Saskatchewan è canadese e ha la polpa bianca.
Un frutto da scegliere con attenzione
Quale che sia la varietà la scelta sul banco della frutta deve essere oculata. Bisogna prima di tutto osservare bene la buccia che alla vista deve apparire ben tesa, poi bisogna battere leggermente con le nocche e se il suono è pieno vuol dire che il nostro cocomero è maturo, se suona come vuoto, invece, potrebbe non essere ancora maturo.
Che differenza c’è tra anguria e cocomero
A questo punto dobbiamo sottolineare che tra anguria e cocomero non c’è sostanzialmente alcuna differenza, si tratta del frutto che nasce da una pianta rampicante con foglie grandi e pelose e la sua produzione è annuale. Con il tempo, tra incroci vari, sono state create tante cultivar diverse, più grandi o più piccole, di colore verde intenso, più scure o più chiare, con la polpa rosso inteso o rosata e anche gialla…