Civita di Bagnoregio è un piccolo borgo sito nella frazione di Bagnoregio, provincia di Viterbo. Meglio nota come “la città che muore”, in realtà questa piccola realtà è tutt’altro che morente, e – soprattutto negli ultimi anni – è diventata una meta molto ricercata dal turismo nazionale e oltre confine.
A darle quell’appellativo, che poi ha portato fortuna a questo piccolo borgo, è stato lo scrittore Bonaventura Tecchi, che ha dato voce all’anima più profonda del territorio.
Sono oltre 700mila i turisti che – ogni anno – approdano in questa culla della Tuscia, per conoscere da vicino una realtà che sembra essere rimasta un po’ fuori dal tempo e dallo spazio, per quel sapore antico che ancora conserva.
La morfologia del territorio
Civita di Bagnoregio è costituita da due valli principali: il Fossato del Rio Chiaro e il Fossato del Rio Torbido. Le sue forme sono il risultato del lavoro erosivo di pioggia e frane. Il territorio è costituito da due formazioni in particolare: la prima e più antica che è quella argillosa, la seconda – più recente – è quella formata da materiale lavico e tufaceo.
La particolarità di questo piccolo borgo è soprattutto il fatto che si possa raggiungere soltanto attraverso un ponte, ricostruito nel 1965, dopo essere stato distrutto nel corso della Seconda Guerra Mondiale, il cui attraversamento – fino a qualche anno fa – era limitato ai soli pedoni. Civita di Bagnoregio è un borgo che vive di turismo, candidato a Patrimonio dell’Umanità Unesco ed è tra le 10 finaliste della Capitale Italiana della Cultura 2025. La sua ricchezza è data soprattutto dall’interesse da parte dei turisti, che giungono qui da ogni parte d’Italia, ma anche da oltre confine.
Negli ultimi anni il paese sta vivendo un momento d’oro. Percorrere a piedi le piccole strade del borgo è certamente il modo migliore per gustare appieno quel sapore antico che ancora vi si respira, come se il tempo si fosse fermato.
Come ci ha raccontato Luca Profili, dal 2019 sindaco di Bagnoregio, e vicesindaco nel quinquennio precedente, a rendere speciale questa terra è il rapporto speciale che si è creato tra la natura e gli uomini, che sono rimasti legati al territorio, nonostante le passate difficoltà di accesso, date dalla particolare conformazione del territorio.
Cosa vedere a Civita di Bagnoregio
Tra le meraviglie da non perdere a Civita di Bagnoregio merita menzione speciale la chiesa di San Donato, che si affaccia sulla piazza principale del borgo e al cui interno è custodito il S.S. Crocefisso ligneo. Il giorno del Venerdì Santo, proprio nella chiesa di San Donato, viene adagiato il S. S. Crocifisso su una bara che viene poi trasportata per le strade del paese in processione.
La leggenda vuole che, nel corso dell’epidemia di peste del 1499, una donna abbia udito una voce provenire dal Crocifisso, al quale si recava ogni giorno per chiedere la fine dell’epidemia. Proprio durante una delle sue preghiere, la devota avrebbe udito la voce del Cristo che le annunciava la fine della peste, come difatti avvenne qualche giorno dopo.
Posizionandosi di fronte al crocifisso si può vedere Gesù ancora vivo, guardandolo da sinistra è agonizzante, osservandolo da destra, Gesù è immerso nel sonno della morte.
Altra menzione merita Porta Santa Maria, che è l’unico accesso a Civita di Bagnoregio. Conosciuta anche con il nome di Porta Cava, è il risultato di un intaglio nel tufo. Costruita durante la dominazione etrusca, nel corso dei secoli ha subito cambiamenti architettonici e stilistici.
Approdando a Civita, merita una visita anche il Museo Geologico e delle Frane, nel quale è possibile fare un viaggio interattivo per conoscere le bellezze del territorio e studiarne la geologia. Il Museo è visitabile dal martedì alla domenica (dal primo giugno al 31 agosto) nelle ore 9.30-13.30 e 14.00-18.30.
Dal 2013 è stato inserito un ticket di ingresso del costo di 5 euro per accedere a Civita di Bagnoregio.