Andiamo alla scoperta della cicoria catalogna: cos’è, come si usa in cucina e quali sono i benefici che ha sull’organismo.
Il sapore leggermente amaro della cicoria catalogna piace ad alcune persone ma ad altre non è affatto gradito. Al di là delle preferenze personali, però, tale alimento ha molti benefici per la salute e può essere utilizzato in vari modi in cucina. Scopriamo, dunque, insieme qualche curiosità sulla cicoria catalogna.
Cicoria catalogna, una verdura dai molteplici utilizzi
Conosciuta anche come cicoria asparago o catalogna, tale verdura a foglia fa parte della grande famiglia delle cicorie.
Può essere mangiata sia cruda che cotta e ha diversi benefici, fungendo da alimento anti-invecchiamento, nonché da digestivo e diuretico. Esistono diverse varietà, tra cui ci sono le puntarelle, germogli pregiati molto apprezzati nella cucina romana, inserita, ad esempio in una classica insalata alle alici.
Tale verdura si utilizza, però, soprattutto in Veneto, Lazio e Puglia ed è coltivata dall’Impero Romano. Appartiene al genere Cichorium intybus, famiglia delle Asteraceae, caratterizzato da un cespo di grandi dimensioni con foglie verdi ed una costolatura bianca.
Ci sono, inoltre, varietà a foglie larghe, a foglie frastagliate e a puntarelle. Tra le varietà più famose, vi sono la Cicoria catalogna gigante di Chioggia e la Cicoria frastagliata a puntarelle di Gaeta e Galatina.
Le proprietà benefiche della cicoria catalogna
Tale ortaggio è conosciuto ai più grazie alle sue proprietà benefiche per la salute: stimola, infatti, la produzione di acidi gastrici facilitando la digestione e ha un importante presenza di fibre ed acqua che aiutano il corpo a depurarsi. È anche utile per regolare i livelli di glucosio e colesterolo nel sangue.
Cosa molto importante, la cicoria catalogna è anche ricca di nutrienti tra i quali possiamo annoverare i carotenoidi, gli antiossidanti, il calcio, il potassio e il magnesio, ma anche retinolo ed acido folico nel caso delle puntarelle.
Come si usa in cucina
La catalogna richiede poche attenzioni in cucina: inoltre, è disponibile durante la stagione invernale e fino a metà aprile. È importante pulirla in modo accurato, eliminando le parti più coriacee e sciacquandola al fine di rimuovere eventuali residui di terra.
Il suo gusto amaro può essere stemperato, immergendola in acqua per mezz’ora prima di utilizzarla. Si può consumare cruda o cotta, ad esempio sbollentata e saltata in padella con aglio e olio, insaporita con pancetta, olive e pinoli per creare, così, un contorno saporito, oppure trasformata in una cremosa salsa per condire la pasta.
Le puntarelle – invece – vanno preparate in modo meticoloso, un po’ come si fa coi carciofi. Possono essere tagliate a striscioline e messe in ghiaccio e acqua in modo da mantenerne il colore e la croccantezza. Inoltre, può anche essere usata per pinzimoni. Ricordate, però, che tal alimento può essere consumato entro massimo tre giorni.