Preparato il venerdì e cotto lentamente durante la notte, il cholent è il piatto tradizionale del sabato.
Questa pietanza funge da unico piatto caldo della giornata ed è preparata il venerdì e lasciata cuocere per tutta la notte: è il piatto ebraico più caratteristico.
Il Cholent ha un profondo significato emotivo. L’odore che si esala quando si solleva il coperchio è quello che riempiva le casette di legno delshtetl (Villaggio ebraico nell’Europa dell’Est).
In tempi antichi, nell’Europa centrale e orientale, la pentola era chiusa ermeticamente con un impasto di farina e acqua e portata al forno del fornaio, dove uomini e bambini la andavano a prendere mentre tornavano a casa dalla sinagoga.
Ogni pentola era contrassegnata con un numero, al fine di renderla riconoscibile dai legittimi proprietari. Si ritiene, generalmente, che il nome “cholent” (esistono varie pronunce) derivi dal francese medievale chault (caldo) e lent (lento) in riferimento alla cottura lenta e lunga.
Nella regione della Linguadoca, dove ha avuto origine il cassoulet, vivevano – fin dai tempi più antichi – gli ebrei. Molti vivevano della terra. Tolosa, Narbonne, Nîmes, Lunel, Béziers e – soprattutto – Montpellier erano centri di studi talmudici. Poi, ci fu un massacro durante la crociata contro gli Albigesi nel XIII secolo e furono prese misure contro di loro.
Quando furono espulsi, nel 1394, molti si diressero verso la Germania. Forse, proprio per questo motivo, che nacque una sorta di colent (a quel tempo non c’erano fagioli bianchi perché provenivano dal Nuovo Mondo) e tale termine, in seguito, fu introdotto nella lingua yiddish.
La tradizione di cucinare un pasto in una pentola durante la notte è ovviamente molto più antica del XIV secolo e ha a che fare con il divieto di accendere fuochi o cucinare di sabato. Era, spesso, menzionato ai tempi del Talmud e risale, in sostanza, agli antichi ebrei. Solo la combinazione di ingredienti può essere fatta risalire alla Francia sudoccidentale e alla Germania medievale.
Oggi ne esistono molte versioni: con polpette, lingua, salsicce, polpettone, pollo o agnello e fagioli. In passato, le famiglie che non potevano permettersi la carne, preparavano un cholent composto solo da fagioli e cereali.
Il cholent tradizionale di base è carne, patate, orzo e fagioli. I contorni tradizionali, che sono cucinati nella stessa pentola, sono di origine tedesca.
Tra questi, ci sono il kishke (una salsiccia ripiena di farina e cipolla) e vari knaidlach, tutti parte della famiglia dei ravioli. Il colent, dunque, è un piatto pesante, non digeribile da tutti, tant’è che, spesso, si sente dire la frase “le persone devono andare alla sinagoga la domenica per pregare affinché il loro stomaco si riprenda”.
Al di là dell’umorismo, è certamente un piatto che riscalda in inverno, sostanzioso e confortante.