Il pane è uno dei cibi più amati e consumati al mondo, ma come possiamo essere sicuri di scegliere quello giusto? Tra il pane nei supermercati e quello dal panettiere, la scelta può diventare difficile. Quando sei alla ricerca del pane fresco però non devi mai sottovalutare questo dettaglio.
In questo articolo scopriremo tutto ciò che c’è da sapere sul pane fresco, dalla lavorazione alle farine utilizzate, fino alla lievitazione naturale. E se hai mai notato un dettaglio strano sul pane in vendita, continua a leggere perché potrebbe esserti molto utile.
Il pane è uno dei prodotti alimentari più antichi e diffusi al mondo. Da millenni, l’uomo ha imparato a mescolare farina e acqua per ottenere un impasto che poi viene cotto in forno. Il processo di panificazione, tuttavia, non è così semplice come sembra. Ci sono diverse fasi da seguire, dalla scelta delle farine alla preparazione dell’impasto, passando per la lievitazione e la cottura. E ogni fase richiede cura ed attenzione perché solo così si può ottenere un buon risultato finale.
Le farine utilizzate per il pane possono essere di diversi tipi, dal frumento al mais, dall’orzo al segale. Ma ancora oggi molte persone preferiscono il pane realizzato con grani antichi come spelta o kamut, grazie alla maglia glutinica debole che li rende più leggeri e digeribili.
Ma una delle caratteristiche fondamentali del buon pane è sicuramente la lievitazione naturale, questo metodo prevede l’utilizzo di batteri naturalmente presenti nella farina stessa o nell’aria circostante per far fermentare l’impasto prima della cottura. In questo modo si ottiene un pane soffice e fragrante che sa davvero di “fresco”. Per scegliere quello giusto basta affidarsi ai propri sensi, profumo intenso e sapori ricchi sono i tratti distintivi del vero pane. Ora scopriamo come distinguere il pane fresco da quello di un paio di giorni prima.
Tecniche e lavorazione del pane
La lavorazione del pane è un’arte antica che richiede tempo e pazienza. Per realizzare un buon pane, la farina deve essere impastata con acqua e lievito naturale o con l’aggiunta di lieviti industriali. In questo modo si attiva il processo di fermentazione che conferisce al pane quel gusto caratteristico.
Dopo la fase di impasto, la pasta viene lasciata riposare per alcune ore in una ciotola coperta da un canovaccio umido. Questo permette alla pasta di gonfiarsi ed espandersi. Successivamente, si procede alla formatura dei pani, dando loro le forme desiderate. Poi si passa alla cottura vera e propria, il pane viene infornato a temperature elevate per circa mezz’ora. Durante questa fase avviene la cosiddetta “gelificazione dell’amido“, ovvero una trasformazione della sostanza che conferisce al pane quella crosta dorata e friabile tanto apprezzata.
Un’altra tecnica utilizzata nella lavorazione del pane è quella della panificazione a lunga maturazione con lievitazioni molto lunghe, anche fino a 36 ore. Questo metodo consente all’impasto di svilupparsi lentamente nel corso del tempo, donando al prodotto finale sapore e fragranza più intensi.
Quindi, non esiste solo un modo per preparare il pane ma ci sono diverse tecniche che possono portare ad ottimi risultati se seguite scrupolosamente dal panettiere artigianale. Come fare a capire se quello che stiamo comprando è pane fresco oppure no? Scopriamolo.
Cerchi pane fresco? Ecco come riconoscerlo
Se sei alla ricerca di pane fresco, ci sono alcuni aspetti da considerare per riconoscerlo. In primo luogo, cerca il profumo un buon pane ha un aroma intenso e fragrante che si sprigiona appena lo tagli. Poi controlla la crosta, deve essere dorata e croccante ma non troppo spessa.
Il pane fresco è anche morbido al tatto ma allo stesso tempo compatto, ad esempio se noti piccole bolle all’interno significa che è stato realizzato con lievitazione naturale. Questo metodo richiede più tempo nella preparazione del pane ma rende il prodotto finale molto leggero e digeribile.
Fai attenzione alle farine utilizzate, i pani realizzati con grani antichi come Kamut o Farro sono generalmente più leggeri grazie alla maglia glutinica debole ed evitano problemi di digestione causati dall’uso di farina industriale con glutine forte.
Inoltre, cerca il formato giusto, meglio scegliere grandi pagnotte piuttosto che panini singoli perché mantengono meglio l’umidità e favoriscono la conservazione del prodotto senza perdere sapore o consistenza. Con questi semplici accorgimenti potrai sempre trovare del pane fresco gustoso e salutare.
Pane fresco, il dettaglio che fa la differenza
Se noti che il pane ha una crosta molle, significa che non è stato cotto a sufficienza e probabilmente è rimasto lì da giorni. Se la consistenza del pane sembra troppo morbida o umida, allora potrebbe essere un segnale di scarsa qualità degli ingredienti utilizzati.
Un altro dettaglio importante da osservare è la presenza di muffe sul pane. Anche se ci sono solo pochi puntini visibili sulla superficie del pane, questo indica chiaramente che il prodotto non è fresco e dovrebbe essere evitato.
In alcuni casi, i negozi possono tentare di nascondere questi difetti mettendo il pane in sacchetti di plastica sigillati. Tuttavia, questa pratica può causare ulteriori problemi come la formazione della condensa all’interno della busta sigillata ed accelerare lo sviluppo delle muffe.
Per assicurarti sempre del massimo livello di freschezza nel tuo prossimo acquisto di pane integrale fai attenzione a questi suggerimenti, cerca sempre panifici artigianali o rivenditori con alta rotazione dei prodotti per garantirti un prodotto appena sfornato.
Le farine utilizzate
Le farine utilizzate per la produzione del pane sono un elemento fondamentale per ottenere un prodotto di qualità. Esistono diverse tipologie di farina, ognuna caratterizzata da una percentuale variabile di glutine e proprietà organolettiche specifiche.
La farina bianca, ad esempio, è quella più comunemente utilizzata nei supermercati ed è ricavata dal chicco di grano tenero privato della buccia e dei germogli. Questa farina viene impiegata soprattutto nella produzione del pane bianco comune.
Tuttavia, il pane realizzato con questa tipologia di farina può essere poco digeribile perché troppo forte in glutine. Al contrario, la farina integrale contiene tutti i componenti del chicco (germogli compresi) e ha una maglia glutinica debole che rende il pane più leggero e digeribile.
Esistono anche le farine speciali come la semola rimacinata che si ottiene macinando i grani duri ed è particolarmente indicata per la preparazione delle paste fresche o la manitoba ad alta forza proteica ideale per l’impasto della pizza.
Sempre più panificatori stanno riscoprendo l’utilizzo dei grani antichi come l’enkir che garantiscono una maggiore presenza di sostanze nutritive rispetto alla normale pasta.
Lievitazione naturale del pane
La lievitazione naturale del pane è un processo lento ma fondamentale per ottenere un prodotto di alta qualità. Si tratta di una tecnica che utilizza esclusivamente il lievito presente nell’aria e nella farina, senza aggiunta di alcun agente chimico.
Questa metodologia richiede molta pazienza e attenzione da parte del panettiere, in quanto la temperatura e l’umidità dell’ambiente possono influire sulla crescita della pasta madre. In genere, la lievitazione naturale richiede dalle 12 alle 24 ore. Il risultato finale è un pane dal sapore ricco e intenso, con una crosta croccante e alveolatura interna perfetta. Grazie alla fermentazione prolungata, il pane risulta anche più digeribile rispetto a quello fatto con altri metodi.
Il pane realizzato mediante lievitazione naturale ha anche maggiori proprietà nutrizionali rispetto ad altre varietà. Infatti durante la lunga fermentazione si verifica la rottura degli amidi presenti nella farina rendendo i nutrienti più facilmente assimilabili dall’organismo umano.
Se desiderate gustare un buonissimo pane dal sapore autentico vi consiglio caldamente di cercare dei fornai che producono pani naturalmente lieviti.