Sulla cima di un colle di origine vulcanica alto 256 metri, in mezzo alla valle del Cixerri, nella parte sud-occidentale della bella Sardegna, sorge un favoloso castello da sempre oggetto di misteriose leggende: il castello di Acquafredda. Cosa lo rende così famoso? Fu il castello del famigerato Conte Ugolino, reso immortale da Dante nella sua Divina Commedia.
Origine e storia del Castello di Acquafredda
Solitamente si tende a far risalire la costruzione di questo castello al 1257, anno in cui divenne di proprietà della nobile famiglia pisana dei Donoratico della Gherardesca e anno in cui il Conte Ugolino divenne signore del Cagliaritano.
In realtà, il Castello di Acquafredda risale a molto tempo prima, essendo già citato in una bolla papale che reca la data 1215. La storia di questo luogo è indissolubilmente ed eternamente legata al nome del suo proprietario più famoso: il Conte Ugolino della Gherardesca. Ed è proprio questo il motivo che spinge ogni anno tanti turisti a visitare le rovine del castello. La figura leggendaria del Conte Maledetto Ugulino compare nel girone dei traditori dell’Inferno Dantesco e da secoli, per l’interpretazione dei versi del sommo poeta, viene identificato come un cannibale che si nutrì delle carni dei suoi figli poco prima di morire. Oggi gli storici hanno smentito questo episodio.
Ciò nonostante la fama del Conte Maledetto resta immutata e il Castello di Acquafredda resta una testimonianza importante della vita di questo interessante personaggio storico, anche se la sua morte non avvenne in questo luogo, come è ben noto ma nella “Torre della Fame” a Pisa. Oggi dell’antica dimora restano 5 sezioni. A circa 150 metri di altezza si notano i resti del borgo, i luoghi dove vivevano i castellani di Acquafredda.
Si notano anche i merli guelfi, simbolo della fedeltà del conte Ugolino al Papato. Poco sopra, si può ammirare l’antica cisterna gigantesca dove si raccoglieva l’acqua piovana. Nel 1956 un tale Osvaldo Marini incise il suo nome a carattere cubitali all’interno della cisterna. Poi pentito per il danno fatto, scrisse dei versi in onore di questo luogo. Procedendo nella salita, sempre più impervia e meno adatta a chi soffre di vertigini, ci sono la Torre di Guardia sulla destra e il Mastio sulla sinistra. Dalla Torre si può ammirare una splendida vista su tutto il territorio circostante e la facciata meglio conservata del Mastio. Il Mastio, ossia la residenza del castellano, è consigliabile visitarlo solo accompagnati da una guida.
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