Ogni anno si consumano chili di carne in scatola sia per la sua praticità che per il fatto che è economica. Ma vi siete mai chiesti da quale animale deriva? Scopriamolo.
La carne in scatola
Per via del suo costo ridotto e della sua lunga conservazione, la carne in scatole è spesso scelta come alimento da tenere in dispensa ed utilizzare al bisogno. C’è chi invece la consuma abitualmente per la sua praticità. Le scatole di latta nelle quali la carne viene conservata insieme alla gelatina, vengono dapprima sterilizzate e poi riempite e sigillate. Questo processo insieme ai vari tipi di conservati, garantiscono una durata della carne, molto lunga.
Non capita spesso però di leggere le etichette. Ci accontentiamo di vedere la scritta “carne bovina“, ma leggiamo le specifiche? Quale tipo di carne viene utilizzata? In quale quantità? E qual è la provenienza? Le risposte a tutte queste domande possono rivelare qualcosa di inaspettato. Facciamo bene quindi ad analizzare le risposte e scoprire nel dettaglio cosa contengono realmente le carni in scatola.
Cosa c’è nella carne in scatola?
Solitamente quando si tratta di carni in scatola, vengono impiegati tagli derivanti da parti diverse di bovino. Questi vengono privati di ossa, tendini e cartilagine e successivamente vengono lessati. Tali pezzi vengono immersi poi in un brodo al quale vengono aggiunti gelificanti. Quindi il composto viene posto nelle scatole di latta che vengono poi sigillate. Una volta freddato il tutto si trasforma nella classica carne in scatola che arriva a noi. Tutto chiaro e semplice vero? Ma le cose stanno realmente cosi? Analizziamo i fatti più da vicino.
Basterà leggere le etichette per renderci conto di alcuni fattori importanti. Quanta carne c’è dentro? In alcuni casi non si supera neanche il 50%, quindi stiamo realmente mangiando carne o conservanti? Inoltre la qualità della carne non è specificata, quindi benché nel fattore teorico la carne dovrebbe essere stata privata di cartilagine, nervi eccetera, molto probabilmente al lato pratico questo non avviene.
Di conseguenza ci ritroviamo a mangiare parti grasse e poco nutrienti della carne stessa. Cercare di capire poi cosa si sta mangiando è impossibile poiché la carne viene compattata all’interno delle scatole.
Gelatina: di cosa è fatta?
Ma avete mai pensato alla gelatina nella quale la carne è conservata? Se di carne c’è meno del 50% del prodotto totale, vuol dire che la maggior parte di quello che mangiamo è gelatina. Ma da cosa è composta questa gelatina? Leggendo le etichette leggeremo che è brodo composto da acqua, sale e aromi. Ovviamente non ci vengono riportate le quantità né i tipi di aromi impiegati. Inoltre continuando la lettura dell’etichetta scopriremo che la consistenza gelatinosa è data dall’aggiunta di gelificanti come ad esempio l’agar agar. Proseguiamo però la nostra ispezione e scopriamo che ci sono anche zuccheri aggiunti, nitrito di sodio e glutammato monosodico, cosa sono questi componenti?
Il nitrito di sodio è un sale che agisce come antiossidante, cioè evita che la carne o gli alimenti contenuti nella scatola si deteriorino. Inoltre viene molto utilizzato per prevenire l’insorgenza del botulismo, malattia neuro-paralitica che potrebbe insorgere mangiando alimenti che hanno sviluppato il battere. Il glutammato monosodico è invece un esaltatore di sapori. Viene spesso aggiunto nei prodotti confezionati proprio per renderli più appetibili.
Conclusioni
Possiamo concludere quindi dicendo che, i reali componenti della carne in scatola sono maggiormente conservanti, esaltatori di sapore, sale e aromi vari, ma di carne ce né poca e dalla dubbia provenienza. Evitare quindi di mangiarla sarebbe meglio, ma se proprio desideriamo avere qualche scatoletta in dispensa per i casi di emergenza, scegliamo il meglio.
Cosa intendiamo dire? Cerchiamo prodotti che utilizzino carni italiane e che abbiano le etichette più chiare possibile. Leggendo l’etichetta inoltre, potremo accertarci del quantitativo effettivo di carne, cerchiamo di acquistare prodotti che ne contengano la maggiore quantità possibile.