Una bevanda ricca e gustosa, amata da molte persone. Sapete perché il Caffè Marocchino si chiama in questo modo? Ve lo diciamo noi.
Il suo nome rimanda ad echi esotici, come se fosse una bevanda la cui ricetta ci arriva da lontano. In realtà le sue origini sono molto più vicine di quanto pensiamo ed altrettanto inaspettate. Il Marocchino o Caffè Marocchino è una golosa bevanda a base di caffè ed altri ingredienti. Ma sapete da dove proviene?
L’origine del nome del Caffè Marocchino
Lo troviamo nei menù di moltissime caffetterie di tutta Italia. Il Caffè Marocchino ammalia molti abituali consumatori della bevanda energizzante, che però con il semplice caffè ha in comune solo la base. Non a caso di solito è un ottimo spuntino di metà mattina o un piccolo spezza fame per il pomeriggio.
Il nome ci fa pensare ovviamente che la sua preparazione sia una ricetta arrivata direttamente dal Marocco. In realtà si tratta di un banale equivoco generato dal nome. Il Marocchino è in realtà una bevanda italianissima.
Pensate infatti che la sua città di origine è Alessandria e precisamente i primi a prepararlo furono i proprietari del Bar Carpano, storica attività del 1900, ora chiusa. Il nome ha origini leggendarie. Secondo alcuni sembra lo si debba agli operai della celebre azienda produttrice di capelli, la Borsalino.
Per chi lavorava in questa fabbrica, il Marocchino aveva tutto un altro significato. Si tratta precisamente di una striscia di cuoio che rifinisce il cappello internamente. Il colore, marrone ricorda appunto quella del mix di caffè con il latte.
Il nome dunque potrebbe essere una geniale idea del proprietario del bar che serviva questo caffè arricchito con latte e cacao ai dipendenti della fabbrica. O ancora potrebbero essere stati gli stessi operai a battezzarlo in questo modo, osservando il colore del liquido a loro così familiare.
La golosità di questo caffè al cacao
Il Caffè Marocchino altro non è che un caffè che sembra quasi un cappuccino. Viene infatti arricchito da una spuma o crema di latte, e guarnito con una spolverata di cacao amaro. Potrebbe ricordare il Bicerin, sebbene questa bevanda torinese utilizzi in realtà il cioccolato fondente.
La preparazione è semplice, a patto che venga servito in una tazzina di vetro. Sul fondo va l’espresso, poi viene la crema o schiuma di latte ed il cacao per ultimo. Negli anni sono state sperimentate diverse varianti. C’è chi per un tocco più intenso spolvera la tazzina di cacao amaro e poi versa il caffè. In questo modo se ne avrà doppia dose.
C’è anche chi invece lo compone al contrario, prima il latte, poi il caffè, infine il cacao. I più audaci ne preparano anche una versione golosa, “sporcando” la tazzina di nutella. L’ideale è quello di consumare questa bevanda senza aggiunta di zucchero.