Quando si pensa alla tradizione e a quell’atmosfera calda e accogliente dei ristoranti francesi, il nostro pensiero cade subito sulle Brasserie. Oggi li conosciamo così ma la loro storia è molto curiosa, scopriamola insieme.
Le Brasserie sono ristoranti piccoli e con un servizio veloce. I tavolini sono solitamente per 2/4 persone e apparecchiati con tovaglie di colore bianco. Sono scelti da chi ama mangiare piatti semplici ma dall’aria casereccia. La famosa zuppa di cipolle francese è uno di questi.
Ogni giorno sul menù apparirà “il piatto del giorno“, che sarà la pietanza più economica e preparata con prodotti freschi. Nonostante quest’aria casereccia, nelle Brasserie è possibile degustare ottimi frutti di mare freschi e molti tipi di birra differenti. Proprio quest’ultimo aspetto non è un caso, vediamo perché.
Il termine Brasserie in francese significa letteralmente “birreria“. A differenza di quello che conosciamo oggi, questi locali nascono come Birrerie in Alsazia. Gli alsaziani sono grandi produttori di birra, ma non molto consumatori della stessa. Nel XVIII secolo tuttavia, il prezzo del vino inizia a salire, quindi la scelta della bevanda da consumare inizia a ricadere sempre più spesso sulla birra. Di conseguenza la produzione di quest’ultima inizia ad aumentare e ad espandersi così da arrivare in tutta la Francia.
Tra il 1870 e il 1871 a causa della guerra franco- prussiana molti rifugiati alsaziani si iniziarono a stabilire a Parigi. Gli alsaziani stabilitisi a Parigi aprirono le loro prime attività, ecco che iniziarono a comparire le Brasserie. I parigini però, non amavano intrattenersi nelle birrerie, quindi i locandieri capirono che dovevano offrire qualcosa di più. Per favorire l’afflusso della clientela, i locandieri iniziarono ad offrire salumi, pane e formaggi come accompagnamento alla birra.
Le brasserie divennero presto luogo di ritrovo e posto di ristoro per molti. Le birre artigianali venivano servite in calici di terracotta che i clienti portavano dalle loro case, ad accompagnarli un tagliere di salumi. Col tempo non si andava più alla Brasserie solo per godersi una buona birra, ma per intrattenersi. Non manca il passaggio di personaggi di spicco nella società come ad esempio il pittore Édouard Manet.
Il pittore rimase talmente colpito dalla bravura di una cameriera che tra il 1878-1879, scelse di dedicarle un dipinto che la raffigurava e che oggi conosciamo come “La cameriera della birreria“. Nel 1878 realizzo un altro grande capolavoro conosciuto come “Al bar“, ma in realtà venne realizzato traendo ispirazione dalla brasserie Reischshoffen nella quale il pittore era solito passare il tempo per trarre ispirazione.
Arrivate a Parigi ormai le brasserie divennero vere e proprie pietre miliari. Punti di ritrovo per fare due chiacchiere in un ambiente quieto e con aria familiare. Col tempo sono cambiati anche il modo di arredare alcuni locali. In alcuni locali si ritrova l’arredamento semplice e tradizionale di un tempo, in altri elementi di design e maggiore raffinatezza.
Ciò che non cambia è l’alimentazione nelle brasserie, siano esse raffinate o tradizionali, vengono serviti i piatti della tradizione francese e alsaziana. In un menù che si rispetti non potrà mancare il “Choucroute” (crauti e maiale), piatto alsaziano, o un piatto di “Soupe à l’onion (zuppa di cipolle), piatto tipico francese. Non dimenticando mai di associare una buona birra della casa.
In conclusione possiamo dire che: non si può visitare Parigi senza fermarsi in una brasserie. Solo qui potremo respirare quell’aria familiare tipica del posto e solo qui potremo assaggiare i piatti della tradizione, senza contaminazione. I luoghi che raccontano la storia di un paese sono sempre i migliori, quelli che ci fanno scoprire e vivere la città a pieno.