Nata grazie alla Pale Ale nel Regno Unito, appare la birra bitter. Una birra dal colore inconfondibile e il sapore altrettanto unico. Ma com’è nata e quali sono le sue caratteristiche? Scopriamolo insieme.
Birra bitter: storia
Per riuscire a capire com’è nata la birra bitter, dobbiamo tornare indietro di circa 200 anni, alle origini della Pale Ale. Verso la metà del XVII secolo sulla scena mondiale appare un nuovo sistema di “cottura” del luppolo. Se fino a quel momento infatti, il luppolo veniva “cotto” a fiamma diretta, da quel momento in poi si introdusse il forno a getto d’aria calda. Questa nuova tecnica più “delicata” bruciava meno il luppolo e di conseguenza, si otteneva una birra più chiara rispetto alla classica “bruna”. Da qui nasce il nome Pale Ale ovvero Pallida ad alta fermentazione. Inutile dire che è una nuova proposta innovativa ma che ha un discreto e lento successo.
Il motivo del lento successo è essenzialmente il prezzo, molto alto per il cliente, ma dato dal prezzo di produzione maggiore. Col passare del tempo comunque, l’azienda produttrice è riuscita ad ottenere un prezzo minore più accessibile al cliente, che ha dato il via libera all’espansione. Con l’arrivo del vetro le birre chiare Pale Ale divennero diffusissime nelle abitazioni per consumo domestico, ma c’era un problema nei pub dove la birra veniva mantenuta nei fusti e spillata. A contatto con l’aria la birra perdeva il suo sapore a causa dell’ossidazione, risultato meno gradevole di quella in bottiglia.
Si iniziò dunque a creare una nuova miscela per la spillatura, con note più marcate e un colore più scuro, tendente al ruggine. Il sapore era anche più amaro, ed è proprio per questo che colore e sapore hanno donato a questa birra il nome di Birra Bitter.
Caratteristiche e sapore
Possiamo dire che la birra bitter è la classica birra da spillatura offerta nei pub anche oggi. Anche se ad oggi le nuove tecniche di conservazione, hanno fatto si che alla spina, si possano avere più tipologie di birra. Le birre bitter sono quindi le “rosse”, e ne esistono almeno 3 tipologie differenti: Ordinary Bitter, Best Bitter e Strong Bitter. Vediamo cosa differenzia le varie tipologie in termini di sapore e colore.
- Ordinary Bitter: come dice il nome stesso è la classica, dal colore ramato chiaro, quello più simile al bitter. Come sapore troviamo quello del biscotto appena accentuato e del caramello, note fruttate di mela e fiori e luppolo. Il grado alcolico è molto leggero e può andare dai 3,2% ai 3,8%, valori mediamente più bassi persino della bionda classica;
- Best Bitter: sulle bottiglie e le lattine, troviamo spesso questa varietà con il nome, Premium Bitter. Un colore più marcato e un sapore che richiama le stesse note sensoriali ma con percezioni differenti. Spicca maggiormente il sapore di biscotto, mentre quello del caramello diviene più marginale, rimangono invece le venature fruttate, floreali e di luppolo. Come gradazione saliamo raggiungendo quasi i livelli di una classica birra, dai 3,8% ai 4,6%;
- Strong Bitter: in questo caso il nome ci fa già capire che parliamo di una bevanda più forte, dai sapori più marcati e la gradazione alcolica più alta. Il colore varia dall’ambrato al rame scuro. Il sapore invece da una forte percezione di tostatura e di biscotto, mentre divengono solo piccoli accenni quelli del caramello e della mela, rimangono invariati i sentori floreali e di luppolo. La gradazione alcolica invece sale dai 4,6% ai 6,2%.
Non resta che provare tutte le varietà di birra bitter per scoprire qual è la vostra preferita.