Siamo soliti usare quotidianamente bicchieri di plastica, malgrado lo spreco e l’inquinamento nato da un uso eccessivo di questo materiale. Pur usandoli spesso però, in molti ignorano il vero motivo delle zigrinature presenti sui bicchieri in commercio. Ecco perché sono stati creati in quel modo.
A volte preferiamo usare i bicchieri monouso semplicemente per pigrizia: piuttosto che metterci a lavare pile di bicchieri di vetro, preferiamo di gran lunga usare quelli monouso. Il punto è che tutta questa plastica è difficile da smaltire e dovremmo cercare di limitarla.
Tra l’altro, il vetro – almeno per alcune bevande – è di gran lunga preferibile. È anche vero che, in un periodo come quello vissuto in pandemia, in cui era possibile infettarsi con il minimo contatto, il monouso si è rivelato molto utile. Ora però che l’emergenza è rientrata, dovremmo cercare di limitarne lo spreco e usarli solo quando è veramente necessario.
Bicchieri di plastica: il vero motivo delle loro zigrinature
Forse non vi siete mai accordi delle zigrinature presenti sui bicchieri di plastica. Li usiamo così spesso, purtroppo, che quasi non li osserviamo più quanto dovremmo. La loro disposizione non è assolutamente casuale. In molti , possono pensare che vengono creati in questo modo semplicemente per dare alla presa del bicchiere più forza e che sia quindi meno scivolosa. In realtà, non è questo il motivo.
Hanno da sempre avuto un motivo funzionale. Venivano, infatti, usati per qualsiasi tipo di bevanda in passato, anche per gli alcolici ovviamente. Ed è per questo motivo che sono stati creati con queste zigrinature. Metterle aiutava i baristi o i camerieri a dosarsi nei livelli di alcol da versare al loro interno. Nello specifico, venivano usate come misurini, sia per i liquori semplici che per i più elaborati cocktail.
Il significato delle zigrinature e la loro disposizione studiata
Per logica, la linea più in basso era utile per dosare il livello degli amari e dei distillati listi. Nella nostra scala di misurazione, corrispondono a circa 30 ml. Le zigrinature più in alto, invece, erano utili al dosaggio degli alcolici meno incisivi, come vino e birra: arrivano, infatti, fino a 360 ml. In passato per i baristi erano una salvezza: potevano dosare le bevande senza ricorrere altri strumenti. Così si consentiva di sprecare meno alcol e di evitare dosi massicce.
C’è da dire però che, il dosaggio delle bevande in questi bicchieri, è stato studiato in once e non in ml. Questo perché furono venduti prima che in Europa, sul mercato angloamericano, che com’è noto adotta questo tipo di misurazione per i liquidi.
Ora non si usano più con questo scopo, ma di certo a qualcuno potrebbe tornare utile. Anche nel nostro paese, ancora oggi, alcuni baristi lo usano come metro per le bevande da servire. Per i superalcolici però, ci si deve addirittura fermare alla prima linea che corrisponde ad un’oncia.
Questi bicchieri sarebbero dovuti sparire dal mercato secondo le direttive dell’ Unione Europea dal gennaio dell’anno scorso. In commercio però si trovano ancora ma ad un prezzo piuttosto maggiorato. C’è sempre però da preferire al bicchiere di plastica monouso, l’alternativa biodegradabile o compostabile. Questi ultimi sono più sostenibili e non inquinano anche se qualcuno non li preferisce per il loro particolare odore e per il fatto che spesso il prezzo è molto alto.
In ogni caso, per una cena con amici o con i parenti, è sempre meglio optare per il classico bicchiere di vetro che saprà rendere onore ad ogni tipo di bevanda che servirete.