Andiamo alla scoperta dei Berliner Pfannkuchen, dolci a forma di palla appiattita, preparati in Germania in occasione del Carnevale e non solo.
Nel cuore della Germania settentrionale, il Carnevale è sinonimo di Berliner Pfannkuchen, noti come Berliner: sono deliziosi dolcetti dalla forma di palle appiattite, creati a partire da un impasto lievitato e dolce. Questi dolci sono prima fritti per poi essere farciti con una golosa confettura e – infine – ricoperti di una leggera spolverata di zucchero a velo o granulato. Per inserire il cuore dolce di confettura, si utilizza una siringa da pasticceria di grandi dimensioni, che permette di iniettare il ripieno nell’impasto appena questo è estratto dall’olio bollente.
La storia ci racconta che fino al XVI secolo lo zucchero era un bene di lusso e le prime versioni di questi dolci erano tipicamente farcite con ingredienti salati quali formaggio, carne o funghi.
Con le importazioni di zucchero dalle piantagioni caraibiche, lo zucchero divenne più accessibile e le confetture di frutta iniziarono a essere usate come ripieno.
Il Kuchenmeisterei, uno dei primi manoscritti di cucina tedeschi stampati grazie alla tecnica del torchio di Gutenberg e pubblicato a Norimberga verso la fine del XV secolo, contiene la prima ricetta documentata di una ciambella farcita con gelatina di frutta.
Già dai primi anni del XIX secolo, in Germania le ciambelle farcite con marmellata erano conosciute come “Berliner“.
Un aneddoto narra che, nel 1756, a un fornaio berlinese patriottico, giudicato inidoneo al servizio militare prussiano, fu concesso di servire il Paese come fornaio da campo per il suo reggimento.
In mancanza di forni, iniziò a friggere le ciambelle a fuoco aperto e i soldati iniziarono a chiamare questi dolci “Berliner” in onore della sua città natale.
Tale dolce prende nomi diversi a seconda delle regioni della Germania e del mondo: Krafen in altre parti della Germania, Fánk in Ungheria, bola de Berlim in Portogallo, e così via, fino ad arrivare alle versioni italiane del Trentino-Alto Adige, Veneto, e Friuli-Venezia Giulia, dove è conosciuto come Faschingskrapfen in Austria e Alto Adige durante il periodo di Carnevale.
In Italia, inoltre, esistono varianti come il “bombolone” toscano, che a differenza del Berliner non contiene né uova né burro, risultando in una preparazione più semplice e spesso non farcita, mangiata – così – semplice per come è realizzata.
Il Berliner – dunque – ci fa capire come una semplice ciambella possa rappresentare un punto di incontro tra culture diverse, ognuna delle quali ne ha fatto una propria versione, arricchendo – di conseguenza – la tradizione culinaria dei luoghi in cui è realizzata, con nuove sfumature e sapori.