Anche se non viene mai considerata al livello di Milano, Roma o Firenze, la città di Bari è uno scrigno di tesori dal punto di vista artistico e a livello storico, proponendo una straordinaria varietà di siti di interesse e di monumenti che meritano di essere visitati. Prima tra tutti è, ovviamente, la Basilica di San Nicola, che accoglie nella cripta le spoglie del santo, caro non solo ai cattolici ma anche agli ortodossi. Come si sa, la leggenda vuole che dalla figura del vescovo San Nicola di Myra abbiano preso origine Santa Claus. All’interno della basilica vengono celebrate funzioni sia con il rito cattolico che con quello ortodosso (e non sono molti i luoghi di culto del nostro Paese in cui ciò avviene). Costruita poco meno di mille anni fa per conservare i resti del santo, si caratterizza per la presenza del ciborio più antico di tutta la Puglia, oltre che per il tesoro di San Nicola, che comprende pergamene, preziosi codici miniati e argenti.
A San Nicola è intitolato anche il quartiere di Bari Vecchia, che si sviluppa tra il porto nuovo e il porto vecchio della città: un labirinto di vicoli che poi sfociano sul lungomare, dove spicca la Cattedrale di San Sabino, costruita nel 1100. Il nucleo di questo quartiere è di origine medievale, e qui si trova il Castello Normanno Svevo, che domina tutto il paesaggio.
La parte più nota del lungomare di Bari è quella che si estende tra via Nazario Sauro, via Araldo di Corollalanza e via Imperatore Augusto: più o meno a metà percorso è possibile entrare nella città vecchia attraverso un passaggio realizzato nella cinta muraria. Il lungomare fu inaugurato in epoca fascista, nella seconda metà degli anni ’20 del secolo scorso; vi si affacciano numerosi edifici in stile tardo liberty. Il Palazzo della Provincia, il teatro Kursaal Santa Lucia e l’Albergo delle Nazioni sono tra le costruzioni più affascinanti di tutta la città.
Circondato da un fossato che si può superare attraverso un ponte, il Castello Normanno Svevo fu costruito nel 1223 da Federico II di Svevia, dopo che la fortezza precedente, che era stata voluta da Ruggero il Normanno, era stata distrutta nel 1156. L’edificio accoglie i locali della Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici e Storici della Puglia, e al piano terra ospita una gipsoteca in cui sono esposti diversi calchi che raffigurano i monumenti pugliesi più celebri.
Se ci si trova dalle parti di Bari, non si può fare a meno di allungare un po’ la strada per fare rotta verso Alberobello e andare a osservare i famosi trulli. Dal capoluogo al paese ci sono poco meno di 60 chilometri di distanza, ma vale la pena di sobbarcarsi questo viaggio extra per ammirare da vicino uno dei patrimoni mondiali dell’umanità protetti dall’Unesco.
I trulli non sono altro che costruzioni a secco realizzate in pietra calcarea, la cui peculiarità è rappresentata da un tetto a cono con lastre orizzontali più larghe in basso e più strette in alto. Gli edifici sono autoportanti e rappresentano un ottimo esempio di bioedilizia passiva in anticipo sui tempi: infatti, sono freschi in estate e caldi in inverno, grazie allo spessore delle mura e alla mancanza di aperture, eccezion fatta per la porta e un piccolo lucernaio in alto.
Tornando a Bari, si potrebbe pensare di conoscere anche la parte sotterranea della città, grazie a un percorso guidato notturno effettuato insieme con archeologi accreditati. Il punto di partenza è il Castello Normanno Svevo, e da lì ci si incammina lungo i cunicoli sotterranei della città vecchia. La visita guidata consente di scoprire che Bari Vecchia si è formata su strati che si sono sovrappsti a uno a uno, con i nuovi edifici costruiti su quelli vecchi. Il tour comprende anche una sosta nei sotterranei della Basilica di San Nicola, che rivelano l’esistenza di una basilica paleocristiana precedente.
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Ci sono molte prelibatezze e prodotti tipici da assaggiare in un viaggio a Bari, dai taralli alle focacce pugliesi, dagli spaghetti con le cozze alle sgagliozze (polenta fritta), ma un piatto che non potete esimervi dall’assaggiare è un classico dei classici, un primo da leccarsi i baffi: le orecchiette con le cime di rapa, ovviamente accompagnate di un buon Primitivo di Manduria.