Una pizzeria ha fatto pagare 1,50€ l’aggiunta di grana al cliente, ma non è stato applicato nessuno sconto allo scontrino per la mozzarella tolta a causa di un’intolleranza alimentare. Quindi l’aggiunta sulla pizza si paga e se togli, anche.
Il locale di cui stiamo parlando è situato a Verona. Il cliente racconta di aver dovuto eliminare la mozzarella dalla propria pizza essendo intollerante al lattosio, ma sullo scontrino non è stato considerato. La Pizzeria risponde dicendo che con le modifiche che il cliente ha voluto apportare il piatto è stato personalizzato sin dall’inizio.
Aggiunta sulla pizza pagata ingiustamente, la vicenda di Verona
A Verona un locale ha fatto pagare 1,50€ l’aggiunta di grana sulla pizza di un cliente. Quest’ultimo aveva chiesto gentilmente di scambiare la mozzarella con il grana a causa di un’intolleranza alimentare, al lattosio.
L’aggiunta di grana è stata contata all’interno dello scontrino ma per la mozzarella tolta non è stato fatto alcuno sconto. Poi le birre, industriali medie al prezzo di 7€ all’interno di un ‘conto troppo alto’ secondo i clienti. Si tratta di 64€ per 2 pizze e 5 birre, fra cui 2 piccole e 3 medie. È subito polemica.
I consumatori non si fermano e continuano a protestare nei confronti dei bar e dei ristoranti, sventolando sui vari social gli scontrini. Questa volta nel mirino c’è un locale di Verona, più precisamente l’Osteria e Pizzeria Lounge bar San Mattia, presso Torricelli.
Alberto Tonello, giornalista veneto, è rimasto decisamente scontento del conto sostenuto ma soprattutto non ha accettato quell’euro e 50 in più per l’aggiunta di grana chiesto al posto della mozzarella a causa dell’intolleranza al lattosio, sulla pizza al salamino piccante.
Piatto che, all’interno di una pizzeria che non è specializzata in pizze gourmet oppure d’autore, è costato 13,50€. Il livello della pizzeria è buono, dice Tonello, ma resta comunque medio. Il cliente chiede chiarimenti al personale al momento del conto, ma torna a casa comunque insoddisfatto.
Lo sfogo sui social
Il cliente e giornalista ammette di aver riflettuto sul conto come faceva ‘la nonna sulla strada di ritorno dal supermercato‘.
Si chiede perché l’abbia fatto uscendo dalla pizzeria e la risposta che si è dato è che 64€ in due, solo per qualche birra e due pizze, è troppo. Tonello si sfoga con un post su Facebook suscitando moltissimi commenti.
Scrive di aver scoperto ben due cose alquanto antipatiche, ovvero che in tale pizzeria vendono birra industriale al prezzo di quella artigianale: 7 euro per una 0,4 cl è troppo. In più, se aggiungi ingredienti alla tua pizza te li mettono sul conto, se invece a causa di un’allergia oppure un’intolleranza l’ingrediente devi toglierlo, quest’ultimo te lo fanno pagare comunque.
Il vergognoso risultato è che paghi una modesta pizza con salamino e carciofi, con grana al posto della mozzarella, 13,50€. Un prezzo esagerato per una normale pizza con degli ingredienti industriali, questo perché i carciofi e il grana te li aggiungono mentre la mozzarella te la tolgono. Tonello ci tiene a specificare che la pizzeria in questione è la pizzeria San Mattia in Viale dei Colli 43, sulla Torricelle, Verona.
Il racconto del cliente, l’aggiunta sulla pizza ad 1,50€
A raccontare tutto ciò è appunto Alberto Tonello a Il Gusto. L’ordine effettuato da Tonello era di una capricciosa e di una salamino piccante a cui si era chiesto di aggiungere carciofi semplicemente per gestione di gusto (che sul conto sono costati 2,50 € in più) e di sostituire la mozzarella con il grana per questioni di intolleranza. È in questo modo che la pizza al salamino piccante, prezzata originariamente 9,50€, l’hanno fatta pagare 13,50€.
Tonello si lamenta sul web parlando di due pesi e due misure: la mozzarella eliminata per questioni di intolleranza non è stata scontata, ma il grana aggiunto lo hanno fatto pagare. Solitamente andando in una pizzeria gourmet e contemporanea, racconta Tonello, gli ingredienti scelti non vengono modificati.
Si fa stuzzicare dai gusti nuovi in quanto considera le proposte come dei piatti d’autore, esattamente come le degustazioni degli chef.
La pizzeria in questione però è una semplice e normale Pizzeria e davanti ad una richiesta fatta solo ed esclusivamente per motivi di salute, il titolare poteva scambiare mozzarella e grana stando al pari prezzo oppure, quantomeno, evidenziare le differenze dato che all’interno del conto di certo non è mancata la precisione.
Birra industriale al prezzo di una artigianale
Tonello a questo punto non si ferma solo al cibo, ma si lamenta anche riguardo le bevande. La birra che ha ordinato, il giornalista racconta, è costata 7€.
Prezzo eccessivo per una semplice tedesca industriale da 0,4. In altri posti ci sono delle birre molto più interessanti, magari artigianali, che sono prezzate a meno.
Tonello ha fatto notare al personale le sue rimostranze riguardo il conto ma hanno risposto elencandogli la loro politica.
Ovvero che non scontano nulla ed i prezzi restano quelli. Inoltre anche il servizio sarebbe un po’ da migliorare, calcolando che la seconda birra che hanno ordinato tardava ad arrivare così è dovuto andare personalmente a prenderla al banco.
La risposta della pizzeria alle critiche mosse
La pizzeria San Mattia, che ha interpellato Il Gusto, risponde tramite un dipendente, ovvero Kinga. In modo molto gentile ed educato ammette in primis che: all’interno del menu i prezzi di ingredienti aggiunti non vengono indicati.
In genere il cliente, riguardo il supplemento, viene avvisato personalmente dai dipendenti. King però ammette di non poter dare la garanzia che in questo caso sia stato fatto.
Invece, riguardo il mancato sconto della mozzarella, la dipendente spiega che ogni piatto con ingredienti sostituiti vengono classificati come personalizzati sin dall’inizio, utilizzando una base al sugo semplice. Per cui non è considerata sostituzione bensì una pizza creata da zero.
Mentre, riguardo le bevande e quindi la critica mossa riguardo il costo eccessivo della birra industriale, la dipendente spiega che non essendo una birra commerciale non è possibile trovarla ovunque.
In più la scelta sul menu è ampia e il titolare della pizzeria è un appassionato. Perciò, ognuno sostiene le proprie ragioni anche se le polemiche nel bel paese continuano.
Anche in rete proliferano sempre più scontrini. Ad esempio gira la foto di uno scontrino battuto a Lecce in un bar che ha fatto pagare il taglio di una crepe un euro. Questo è solo un esempio di scontrini pazzi, ma i social in questo periodo ne sono pieni.