Scopriamo insieme la storia e qualche curiosità sugli amaretti, un dolce intramontabile, amato da adulti e piccini: tutte le varianti esistenti.
Gli amaretti hanno una storia particolare, dal sapore nobile e cortigiano che ancora si trasmette nelle pasticcerie odierne. Tale biscotto è declinato in diverse varianti, dalla texture sia morbida che croccante. Scopriamo insieme la storia di questo dolce.
La storia degli amaretti è basata su diversi miti e aneddoti. Secondo una storia tramandata, pare che Francesco Moriondo, pasticcere della corte dei Savoia, fu ispirato nel creare questi biscotti dall’amore provato nei confronti di una giovane siciliana.
La leggenda narra che i primi ad assaggiare i suoi biscotti di mandorla li descrissero come “un po’ amaretti“, dando vita al nome che conosciamo oggi.
Un’altra versione della storia vede un giovane pasticcere e la sua amata creare la variante croccante degli amaretti in onore di un cardinale in visita, in seguito resa famosa dalla famiglia Lazzaroni di Saronno. La presenza abbondante di mandorli nella zona contribuì a rendere questo dolce accessibile a tutti e amato, sempre di più, nel corso del tempo.
I monasteri, con la loro abilità pasticciera, hanno giocato un ruolo di primo piano nella diffusione degli amaretti, in quanto li vendevano per sostentare le comunità religiose. Tale pratica ha influenzato le pasticcerie locali e ha favorito la nascita di diverse varianti regionali del famoso biscotto.
Durante il Rinascimento, poi, la pasticceria italiana subì una importante evoluzione e gli amaretti, grazie alla loro conservabilità e al sapore particolare, divennero lo snack principale da portare con sé per viaggi ed esplorazioni. L’introduzione di nuovi ingredienti, come la vaniglia e le spezie esotiche, arricchì, ulteriormente, le varietà disponibili.
L’associazione degli amaretti con la nobiltà e gli eventi regali ne accrebbe la reputazione, tanto da renderli simbolo di raffinatezza.
L’industrializzazione e l’apertura delle pasticcerie moderne hanno reso la loro produzione più semplice e accessibile, anche se il prestigio ad essi associato non è stato minimamente scalfito. Oggi, molte aziende italiane producono ancora amaretti artigianali, seguendo le ricette di un tempo.
Tali biscotti sono, inoltre, classificati in base alla texture, che può essere morbida o croccante. Gli amaretti dalla consistenza morbida presentano un cuore leggermente umido, mentre la varietà croccante sono più friabili.
Tra le molteplici varianti, possiamo annoverare gli amaretti di Saronno, caratterizzati da un equilibrio perfetto conferito dalla superficie esterna croccante e un cuore morbido. Sono composti da mandorle dolci e amare, zucchero, albumi d’uovo e, a volte, anche dalla mandorla.
Ci sono, poi, gli amaretti di Sassello, che sono molto morbidi e realizzati con mandorle dolci, zucchero, albume d’uovo e, in alcuni casi, farina di riso o fecola di patate.
Proseguiamo, poi, con la variante di Voltaggio, caratterizzata da una crosta leggermente croccante e da un interno morbido, frutto di un’attenta selezione degli ingredienti, tra i quali ci sono mandorle, zucchero, albume d’uovo e un pizzico di vaniglia.
Passiamo agli amaretti di Mombaruzzo di dimensioni più generose e dalla consistenza tenera, ottenuta con la combinazione di albume, mandorle, zucchero e armelline.
Non possiamo non citare gli amaretti del Chiostro, arricchiti dal liquore all’amaretto, la versione di Macerata, particolarmente friabile e preparati con mandorle, zucchero e albume d’uovo ed armelline.
Ci sono, poi, quelli di Fano realizzati con il mosto cotto e quelli di Oristano, fatti con mandorle dolci e amare, senza armelline.