È allerta per l’invasione di cavallette in queste parti in Italia, con concentrazione massima in questa regione in particolare.
L’invasione delle cavallette è da sempre stata vista come una piaga biblica, che si abbatte ogni anno in determinati posti nel mondo e in Italia. L’emergenza in una delle Regioni italiane più amate sembra però nuovamente attiva, con gli agricoltori che lanciano l’allarme per i raccolti e le coltivazioni di erba medica. I danni che provoca questo insetto sono gravissimi e aumentano in situazioni legata alla siccità che colpisce più regioni in Italia. I due fenomeni si uniscono per bloccare il ricaccio della vegetazione.
Perché le cavallette invadono i territori?
Le cavallette sono insetti che colpiscono in gruppo per cibarsi di tutto quello che trovano lungo il percorso. Prediligono le grandi coltivazioni ma non disdegnano gli orticelli privati.
Gli esperti studiano continuamente il loro andamento e modo di fare, che mette in ginocchio le coltivazioni sin dall’epoca degli Egizi, arrivando ad una conclusione ovvero che il loro proliferare è reso favorevole da alcuni fattori. Si parla di clima secco, temperature alte e mancanza di acqua: le crepe nel terreno che si creano a seguito della siccità sono un ottimo riparo per depositare le uova.
Di solito si ha un picco di invasione e poi man mano spariscono dal territorio, dopo aver saccheggiato la maggior parte dei terreni e delle coltivazioni. Il segreto, sempre secondo gli esperti, sarebbe arare i terreni continuamente. Purtroppo non è una strada sempre praticabile, proprio perché alcune specie hanno tempistiche di coltivazione differenti.
Regione a rischio invasione cavallette in Italia
Le maggiori testate nazionali – come Ansa – evidenziano che in Sardegna è nuovamente allarme invasione di cavallette a partire dall’estate 2023. I coltivatori sono pronti a combattere questa piaga e non lasciarsi travolgere come già accaduto negli anni scorsi, sin dal 2017.
Giancarlo Dionisi, prefetto di Nuoro, non si tira indietro ed è pronto a schierare l’Esercito nel momento in cui fosse necessario. Le locuste nell’isola continuano a fare danni. Solo nel 2022 la piaga ha interessato 60mila ettari e nel 2023 si potrebbe arrivare a 100mila.
Entrano in scena le disinfestazioni mirate e anche i droni che individuano le zone con una maggiore concentrazione degli insetti. Per l’uso dei droni è necessario avere dei permessi ed è stato convocato – a tal proposito – un tavolo tecnico con tutti gli assessori di Agricoltura e Ambiente.
Un incontro doveroso, che mette in evidenza uno scenario passato devastante e quello futuro che potrebbe essere peggiore dei precedenti.
Il prefetto ha spiegato ad Ansa di voler coinvolgere l’Esercito e tutto ciò che serve, al fine di poter invertire il trend e debellare questa piaga che attacca le coltivazioni. Tra poche settimane potrebbe avvenire la schiusa delle uova nella zona di Sassari e Oristano, per questo motivo è importante agire il prima possibile.