Dalla Francia alla conquista del mondo: qual è la vera storia delle lingue di gatto? Questi deliziosi biscotti sottili e friabili sono una vera squisitezza. Morso dopo morso, conquistano qualsiasi tipo di palato, anche il più esigente di tutti. Si sciolgono in bocca e lasciano un sapore così piacevole che mette il buonumore. Ma qual è la vera storia di queste pastine da tè o da gelato? Perché sono così amati in ogni angolo del mondo? Scopriamolo insieme.
Perché si chiamano lingue di gatto?
A parte il sapore inconfondibile, ciò che rende questo biscottino sottile e friabile francese così amato è anche il suo nome particolare. Chissà quante volte vi siete chiesti perché si chiamano proprio lingue di gatto e quale legame c’è con i felini domestici. La risposta è semplicissima: basta osservare la loro forma e notare che assomigliano tantissimo alla lingua dei felini.
Questi biscottini parigini hanno una forma ovale allungata e sono molto sottili e scioglievoli al palato. Nati nella capitale francese circa un secolo fa (più precisamente negli anni Venti), ciò che incuriosisce di più della storia di questi biscotti è che il loro inventore è stato un pasticciere francese che aveva lo stesso identico nome dell’autore de “Il gatto con gli stivali”: Charles Perrault. Forse ha voluto giocare sul suo nome quando ha scelto il nome di questi biscottini nella sua pasticceria di Les Halles di Parigi. Inoltre era solito conservare i biscottini in una confezione di latta con il disegno di un gatto.
Da Parigi al mondo
Partendo dalla capitale francese questi dolci biscottini sottili e friabili si diffusero prima in tutta Europa e poi nel mondo intero. Una volta introdotti in altri paesi, le lingue di gatto hanno subito delle variazioni in base ai gusti locali. Oggi, accanto alla versione classica, c’è quella al gusto cioccolato oppure quella al gusto caffè. C’è anche la variante al cacao amaro e quelle che hanno una doppia farcia come cioccolato bianco e pistacchio oppure cioccolato fondente e cioccolato al latte. Hanno persino inventato la versione salata di questo biscottino che si mangia all’aperitivo e in quel caso il gusto è a base di erbe aromatiche, spezie o formaggio grattugiato. Esistono persino le lingue di gatto vegane e quelle senza glutine.
Oggi questi deliziosi biscottini sono usati come decorazione di mousse, torte e gelati, ma anche come pastine da tè o come accompagnamento del caffè espresso napoletano. Vengono quindi usati sia come snack o spuntino pomeridiano e mangiati assoluti insieme a caffè, tè e cappuccino, oppure come ingrediente di torte e dolci vari.