Le erbe spontanee oggi vengono nuovamente apprezzate perché riconosciute essenziali in cucina. Andiamo alla scoperta delle erbe spontanee e della tradizione!
Anticamente utilizzate dai contadini, le erbe spontanee tornano a far parte della quotidianità e sono state riscoperte per insaporire i piatti e trarne anche altri benefici.
Molto apprezzate da tutti coloro che desiderano condurre uno stile di vita sostenibile e sano, sono un vero concentrato di bontà, sono molto saporite e danno ai piatti un altro gusto. Rivalutate dai grandi chef, è proprio loro il merito di aver riportato in auge le erbe spontanee, che fanno rivivere i sapori di una volta.
Scopriamo come nasce la tradizione delle erbe spontanee!
Per parlare di come nasce la tradizione delle erbe spontanee bisogna andare indietro nel tempo, precisamente al periodo che seguì la fine della Seconda guerra mondiale. All’epoca c’era molta povertà nella maggior parte delle famiglie e tantissime donne e madri erano rimaste.
Dare sostentamento alla famiglia e mantenere i figli era davvero un’impresa, perciò le donne facevano di tutto per reperire qualcosa da far mettere sotto i denti alla prole. Non c’era molto a quei tempi, e oltre ad esserci poco denaro, mancavano anche i beni di prima necessità.
Invece, nelle campagne crescevano erbe spontanee in abbondanza, molte delle quali erano commestibili, e rappresentavano un’ottima alternativa per sfamare i figli.
In campagna crescevano tantissimi tipi di erbe spontanee, ma fra tutte quella che abbondava era la cicoria, presente in diverse varietà. All’epoca furono tantissime le famiglie che iniziarono ad usare le erbe selvatiche per nutrirsi.
Come già detto, il territorio offriva diversi tipi di cicorie, tanto che a lungo andare nacquero le “cicoriare” di Giulianello, borgo laziale situato nell’entroterra, riconosciuto oggi come il luogo più legato alla tradizione delle erbe spontanee e alla loro raccolta.
L’abitudine di alimentarsi con le erbe selvatiche venne mantenuta da molte famiglie nel dopoguerra, ma per tanti le erbe divennero merce per guadagnare. Infatti, molte donne si dedicarono alla raccolta delle erbe spontanee e le vendevano.
Molte si occupavano anche di selezionare le migliori e le consigliavano ai clienti per il sapore e la resa. Tutto questo interesse che si sviluppò dette vita ad un mestiere redditizio, quello delle cicoriare, che si tramandò di generazione in generazione senza scritti.
Sulla tavola ancora oggi arrivano cardi, borragine, cicoria e altre erbe selvatiche dall’ottimo gusto e sapore, diventati parte integrante della tradizione culinaria dei territori.
Anche se molti non lo sanno, prima che nascessero le cicoriare, a scoprire l’uso delle erbe spontanee era stato Giovanni Targioni Tozzetti, un medico e naturalista fiorentino vissuto nel 700.
Tozzetti aveva anche dedicato uno scritto alla raccolta delle erbe spontanee, intitolato De alimenti urgentia, in cui parla appunto di come all’epoca la popolazione raccogliesse erbe selvatiche per nutrirsi e sopravvivere alle carestie frequenti.
Da questo scritto trae probabilmente origine il termine alimurgia, ovvero la pratica di raccogliere e nutrirsi con le erbe selvatiche, definite anche piante alimurgiche. Nel dopoguerra questa pratica è stata fortemente adottata dalle “cicoriare” per bisogno e ad oggi viene riportata in auge per riscoprire i sapori genuini di una volta.