L’Abbazia di San Michele, meglio nota come Sacra di San Michele, è uno dei monumenti più celebri della Val di Susa. Risale al 983, anno in cui fu messa la prima pietra del futuro monastero benedettino per volontà del nobile francese Ugo de Monvoisier. L’aspetto attuale dell’edificio, così romantico e particolare, non è ovviamente quello originario poiché l’Abbazia nella sua storia ha conosciuto diverse fasi, ampliamenti e rinnovamenti. Scopriamo insieme cosa ha di tanto speciale questo luogo misterioso e perché vale la pena visitarlo.
Storia della Sacra di San Michele
Sin dal momento della sua fondazione l’Abbazia di San Michele diventa un punto di riferimento religioso non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa. Dedicata all’arcangelo Michele, la Sacra di San Michele rientra in un cammino di pellegrinaggio lungo 2000 km (la linea Michelita) che va da Mont Saint Michel in Francia fino a Monte Sant’Angelo in Puglia.
L’anno Mille rappresenta l’apice dello splendore e della fama della Sacra di San Michele. Nel XII secolo, grazie a ricche donazioni di nobili forestieri, viene ampliata l’Abbazia e creato il complesso monumentale intorno. Dall’inizio del Trecento inizia un lento ed inesorabile declino del luogo di culto che culmina con un progressivo abbandono. Il secolo successivo il complesso monumentale viene recuperato e restaurato, nel tentativo di riportarlo all’antico splendore. Oggi è meta di viaggiatori e pellegrini provenienti da tutto il mondo che vengono per ammirare il luogo simbolo del famoso romanzo “Il nome della rosa” di Umberto Eco. Il ticket d’ingresso è acquistabile in loco e il sito è visitabile tutti i giorni dal lunedì alla domenica dalle 9:30 alle 16:30, eccetto durante la Santa messa domenicale alle ore 11:30.
Leggenda della Sacra di San Michele
Questa maestosa Abbazia da secoli è al centro di numerose storie e leggende affascinanti che attirano visitatori e incantano i bambini. In un tempo lontano, nell’Alto Medioevo, la Sacra di San Michele fu presa di mira da gruppi di mercenari senza scrupoli che saccheggiavano anche i villaggi circostanti e si dedicavano ad ogni sorta di razzia e barbaria. Una giovane e bellissima fanciulla di nome Alda, per scampare a un tentativo di stupro di branco da parte dei soldati, si rifugiò nell’Abbazia e salì disperata sulla torre più alta. A nulla valsero i suoi tentativi i soldati la trovarono e lei per salvare la sua innocenza si gettò nel vuoto dalla torre. Nel precipitare giù due angeli la salvarono e lei toccò il suolo illesa senza riportare alcuna ferita. La sua fede era stata ripagata. La giovane Alda però andò raccontando a tutto il villaggio la sua storia miracolosa e stanca di essere derisa da tutti e non creduta da nessuno, decide di rivivere l’impresa e salì nuovamente sulla torre della Sacra di San Michele per lanciarsi nel vuoto. Questa volta però gli angeli punirono la sua superbia e il suo peccato e non la salvarono e la bella Alda morì.
Secondo gli esoterici inoltre la Sacra di San Michele è il punto focale della famosa linea Michelita che collega i 7 luoghi di culto posti in linea retta e dedicati all’arcangelo Michele: il punto energetico di questa linea sarebbe posto sotto una piastrella chiara all’ingresso dell’Abbazia. All’interno del complesso ci sono inoltre numerosi simboli esoterici.
Molto affascinante anche la leggenda dell’origine dell’Abbazia. Si narra che il vescovo di Ravenna San Giovanni Vincenzo decise dopo un periodo da eremita di erigere un monastero sul monte delle capre il monte Carpasio. Dopo mesi di lavori però si accorse che la costruzione non procedeva mai, ma era sempre al punto di partenza. Così curioso una notte svelò il mistero: gli angeli ogni notte faceva sparire i materiali di costruzione e li portavano sul monte Pirchiriano. Considerandola una volontà divina, il vescovo spostò lì il luogo di costruzione.