Quando pensiamo allo street food palermitano subito la mente corre veloce ad arancini e sfincioni, ma in realtà c’è anche il famoso quinto quarto palermitano. Stiamo parlando del mussu, del carcagnolo, ma anche del quarumi. Il cibo di strada della bella città di Palermo è davvero irresistibile e molto vario. C’è l’imbarazzo della scelta. Ecco perché vogliamo aiutarvi a destreggiarvi tra i mercati per scoprire il più saporito e iconico street food palermitano. Pronti? Si parte alla volta della Sicilia.
Alla scoperta dello street food palermitano
Passeggiare per le strade e i vicoli di Palermo è un’esperienza da provare almeno una volta nella vita. Non c’è differenza di status, tutti amano camminare nei mercati e scoprire le bontà dello street food palermitano: dallo storico mercato Vùcciria nel quartiere Loggia a quello grande di Ballarò all’Alberghiera, dal mercato del Borgo Vecchio al Mercato del Capo fino a quello dei Lattarini.
Oggi il nostro food tour non è volto alla scoperta di arancini e sfincioni, bensì alla scoperta del quinto quarto palermitano. Non parleremo solo dei più iconici e celebri cibi, ma anche di quelli noti e mangiati solo dai siciliani e ignorati dal resto degli italiani e dai turisti. Siete curiosi di sapere quali sono e dove mangiarli?
Tutte le bontà del quinto quarto palermitano
Il primo street food da provare a Palermo, dopo gli arancini ovviamente, sono le cosiddette stigghiole o i stigghioli. Sono degli spiedini a spirale di carne o meglio di budella di agnello e capretto cucinati alla brace e conditi con sale, limone e pepe. Sin da tempo immemore vengono venduti dagli stigghiulari, venditori urlanti che in cambio di un aiuto nella macellazione dell’animale ricevevano nei macelli le budella. Sono dei personaggi che attirano clienti dandogli appellativi divertenti e raccontando aneddoti.
Il secondo street food da provare è la quarumi (pronunciata dai siciliani anche caudumi, cuadumi, cuarumi). Si tratta di un bollito di trippa di vitello, per la precisione omaso, abomaso, reticolo e rumine e di tutte le parti grasse e callose dell’animale. Queste interiora vengono cucinate in un pentolone chiamato la “cuadara” e vengono insaporite da cipolle, carote, sedano e pomodoro. A vendere questo quinto quarto palermitano sono i cosiddetti quarumari che si trovano sia nei mercati sia in giro per il centro storico di Palermo.
Un altro cibo da provare assolutamente sono le frattaglie di vitello chiamate frittula. Vengono prima fritte poi cotte nello strutto. Devono essere mangiate bollenti. Vengono vendute da un venditore chiamato il frittularu.
L’ultimo street food palermitano che vogliamo consigliarvi è il pane con la milza, ovvero il pani câ meusa (o mevusa). Il panino è morbido e coperto da semi di sesamo (la vastedda), mentre la farcitura è fatta da pezzetti di trachea, milza, cuore e polmone bolliti e fritti nello strutto.