Scopriamo insieme i luoghi più misteriosi del Lazio, nonché i borghi e le città fantasma presenti in questa regione italiana.
Il Lazio è una delle regioni italiane nelle quali possiamo percorrere quelle che sono state le tappe del Gran Tour ottocentesco: dalle selve, agli altopiani, per poi passare ai laghi e alle foreste, questa regione italiana offre veramente tanto ai propri visitatori. Andiamo, dunque, alla scoperta dei suoi luoghi misteriosi, nonché delle città e dei borghi fantasma.
I luoghi misteriosi del Lazio: il Santuario Galleggiante e Grotta di Selva Oscura
Tra i luoghi misteriosi dell’Lazio possiamo annoverare il Lago Paterno e il Santuario Galleggiante, che si trovano a Cittaducale, in provincia di Rieti.
Qui troviamo la città di Cotilia, simbolo della Sabina arcaica: un luogo sacro, dalle antiche origini. Dopo la dominazione dei Sabini, arrivarono i Romani che sfruttarono le acque del posto, attorno alle quali iniziarono a nascere terme e ville lussuose. In questo luogo, si trova il Lago di Paterno, ubicato lungo la Salaria.
Su questo specchio d’acqua, inoltre, si ergeva un’isoletta galleggiante, sulla quale era presente il santuario dedicato alla dea Vacuna: un oracolo a cielo aperto che fungeva da riferimento spirituale per le popolazioni della zona.
Passiamo, poi, alla Grotta di Selva Scura e al Santuario del Crocefisso a Bassiano.
Quest’ultimo è una caverna naturale, alla quale si accede attraverso un corridoio buio: è spesso chiamato, dagli abitanti del posto, “grotta dei templari“: sulle pareti, notiamo diversi affreschi, tra i quali ci sono la Madonna col bambino, la Maddalena, l’Annunciazione e la Crocifissione.
Nella nicchia, infine, ci sono San Giorgio con il drago, San Nicola di Bari e Sant’Antonio Abate: sul soffitto, invece, San Michele.
I Dolmen del Pozzo del Diavolo
I Dolmen del Pozzo del Diavolo si trovano ad Arsoli, in provincia di Roma, incastonati nella valle dell’Aniene: qui possiamo trovare una vegetazione selvaggia e conventi che sono stati costruiti a strapiombo sulle gole.
Ad Arsoli, inoltre, c’è il Castello Massimo, circondato da cipressi, ulivi e boschi. Nelle vicinanze di questa struttura, possiamo trovar un posto poco noto, nel quale si sviluppa un fenomeno naturale alquanto singolare.
Due torrioni calcarei appaiono all’improvviso nel bosco, seguendo il sentiero del Pozzo del Diavolo. Definiti Dolmen, ricordano un po’ un Moai dell’Isola di Pasqua.
In molti sostengono che sarebbero due demoni maledetti o due amanti trasformati in pietra per volere delle divinità insieme al loro cane: altri, invece, credono che siano semplicemente delle sculture degli equi con valenza religiosa ed astronomica.
Passiamo, poi, alla Collegiata di Santa Cristina, eretta nel XI secolo, situata a Bolsena in provincia di Viterbo. Si narra che nel 292, Cristina decise di andare contro il padre e di convertirsi alla fede cristiana: il genitore, dunque, decise di sottoporre la giovane a terribili torture, tra le quali c’era anche il taglio della lingua.
L’uomo, poi, ordinò che fosse gettata nelle acque del lago con un masso legato al collo: quest’ultimo, però, invece di affondare, iniziò a galleggiare salvando, in questo modo, la ragazza che fu definita, per l’appunto, santa. Cristina, però, non sopravvisse ai soprusi e morì pochi giorni dopo.
Città fantasma e borghi abbandonati del Lazio
Partiamo con le rovine di Ambrifi, in provincia di Latina. Ad un certo punto, il borgo fu abbandonato e, dando uno sguardo ai documenti storici, non si comprende bene il motivo di tale decisione.
Lo spopolamento, infatti, avvenne quattro secoli dopo la sua fondazione, nel 1479. Probabilmente, le cause sono legate alle feroci lotte che si scatenarono tra diverse fazioni del territorio di Fondi alla fine del XV secolo.
Passiamo, poi, all’antica città di Castro, che si trova Ischia di Castro, in provincia di Viterbo. Tale posto, confinante con la Toscana, in passato fu una delle città maggiormente legata al papato: è un luogo fantasma, le cui origini affondano nella civiltà etrusca. Qui ritroviamo la Selva del Lamone, inserita nella rete delle dimore storiche della regione.
Proseguiamo con Antuni, in provincia di Rieti. Questo borgo è circondato dal lago di Turano e da un paesaggio mozzafiato. Durante la Seconda Guerra Mondiale, per un errore di un pilota, fu colpito l’abitato, provocando diversi danni alle case ma anche al Castello del Drago: una chiesa, invece, fu completamente distrutta. Dal 1950 il borgo è disabitato.
Lazio, borghi e città fantasma: Camerata Vecchia e Castiglione
C’è, poi, Camerata Vecchia, le cui rovine si trovano a 1220 metri di altezza sulla costa rocciosa. Le antiche mura di questo posto lasciano i turisti a bocca aperta, grazie al loro fascino e al loro profumo antico: un secolo e mezzo fa, in questo luogo ormai disabitato, gli abitanti vivevano di artigianato e pastorizia.
A Castiglione troviamo le mura del castello, ubicato proprio al centro dell’insediamento: un esempio limpido di “Castrum” medievale sorse sui resti di una villa romana, secondo le fonti storiche e dovrebbe risalire alla seconda metà del XII secolo.
Pare che la struttura appartenesse al proprietario terriero Rinaldo di Palombara, in un primo momento. Fu abitata, all’incirca, fino al 1419.
Citiamo, inoltre, Celleno Antica, un borgo fantasma che si erge tra due torrenti sfocianti nel fiume Tevere. Questo luogo misterioso, però, è poggiato su un basamento di tufo che si sta erodendo con gli anni: pertanto, potrà subire la stessa sorte riservata ad altri borghi della Tuscia come Civita di Bagnoregio.
In questo posto, dall’atmosfera bucolica e atemporale, se vogliamo, troviamo diverse colture, come quella di vite, olivo e ciliegio, ma anche quella dei cereali. Diversi prati, infine, sono adibiti al pascolo.