Il tè per alcuni è la semplice bevanda fresca che si compra al supermercato, ma parlatene con gli intenditori e non vi rinvoglieranno più la parola. Il tè ha una vera e proprio cultura a parte, che racchiude tipi di tè diversi, con caratteristiche in ognuno differenti.
Se parliamo di tè ci riferiamo più che alla bevanda, alle piante dalla quale vengono ricavate le foglie (e non solo) per la preparazione d’essa. Tra i tè più conosciuti ci sono il tè nero e quello verde, ma in realtà ci sono ben 6 differenti tipi di tè. Ognuno d’essi da vita poi a bevande differente, in base alla lavorazione o all’aroma al quale vengono addizionate. In Cina c’è una vera e propria “cerimonia del tè“, ovvero una routine da seguire quando si prepara l’amata bevanda. Proprio perché il tè per molti è una cultura, una tradizione che dev’essere rispettata. Scopriamo quindi nel dettaglio quali sono i tipi di tè esistenti partendo dai più conosciuti.
Partiamo dal tè nero: in base al periodo in cui si raccolgono le foglie dalla pianta, queste possono avere un processo di ossidazione differente, il che incide sia sull’aspetto che sul sapore. Ma non essendoci un particolare momento di raccolta, questo è uno dei tè più diffusi in assoluto. Esso è la base di molte bevande fredde trovate nei supermercati, aromatizzate poi con aromi agli agrumi o alla frutta. Subito dopo è impossibile non citare lui: il tè verde. Ha avuto particolare successo come idea di marketing per la perdita di peso. In realtà è molto apprezzato e utilizzato anche nella sua terra nativa, dove viene preparato in modo differente in base al posto specifico.
Tra il tè nero e quello verde troviamo uno che si classifica più o meno in mezzo ed è l’Oolong. Sapore definito e caffeina presente i minor quantitativo. Proprio per questo è una bevanda adatta ad ogni momento della giornata. Ma questi sono solo 3 tipi di tè ed in effetti ce ne mancano ancora 3 da scoprire.
Tra i tè ritenuti più preziosi dalle popolazioni asiatiche, c’è il tè bianco. La preziosità è data dalla sua raccolta e lavorazione. Le foglie vengono colte una sola volta l’anno, poi sottoposte a due specifiche tecniche di lavorazioni naturali: appassimento ed essiccazione. La bevanda ricavata è deliziosamente delicata e fruttata. Parliamo poi di un’altra particolare varietà di tè proveniente solo ed esclusivamente dalla Cina, ovvero il tè giallo. Una volta lavorato, le foglie somigliano a quelle del tè verde, ma la bevanda ricavata è più leggera e di un colorito appunto, giallo chiaro.
Soffermiamoci ora sull’ultima varietà: il Pu erh prodotto quasi esclusivamente nello Yunnan (Cina). In questo caso più che di un tè parliamo di una famiglia che si divide in due tipologie differenti. Il primo passaggio porta alla nascita del maocha, un tè grezzo semi lavorato ottenuto dall’essiccazione naturale delle foglie al sole, seguita da un manuale arrotolamento delle foglie. Si prosegue poi con due tecniche differenti che possono portare alla nascita di tè pregiati ma con qualità che li differenziano.
Il primo è lo Sheng, un tè invecchiato che continua la sua evoluzione anche con il tempo. Il secondo è il Shu più facile da commercializzare. Viene sottoposto ad una lavorazione che simula una tecnica risalente a circa 50 anni fa. Le foglie vengono inumidite, distese e poi ricoperte con teli traspiranti. Questo velocizza la fermentazione che può durare anche mesi, ma che permette di mettere sul mercato un prodotto finito, molto più velocemente che dello Sheng.