La ragione per la quale alcune pietanze sono più buone se mangiate il giorno dopo: c’è una spiegazione vera e propria a questo fenomeno.
Alcune pietanze pare siano più buone da mangiare il giorno dopo in cui sono state preparate. Questa regola non scritta vale soprattutto per specifici piatti, tra i quali possiamo sicuramente annoverare la lasagna, la carne al sugo del ragù alla napoletana, ma anche la stessa pasta al forno, le patate, la parmigiana e la pasta e patate. Facciamo chiarezza sull’argomento, cercando di capire le ragioni di questo particolare fenomeno.
Pietanze più buone se mangiate il giorno dopo: le ragioni
La Cucina Italiana ha intervistato Alessandro Di Flaviano, perito chimico, al fine di fare chiarezza su questa particolare ed unica verità: alcune pietanze, se mangiate il giorno dopo la loro preparazione, risultano più saporite e gustose.
L’esperto conferma che i piatti che abbiamo già citato citato sono sicuramente più buoni se mangiati il giorno dopo, ai quali però, si affiancano le patate al forno, alcune tipologie di zuppe e i brasati.
Pertanto, secondo Di Flaviano, esistono delle spiegazioni scientifiche che possono corroborare questa verità. Ad esempio, la carne è composta da collagene e diventa più buona proprio perché questo componente tende a compattare la preparazione nel momento in cui la stessa si raffredda.
In tal senso, dunque, come spiega l’esperto, i brasati e gli spezzatini, dunque, tendono ad ammorbidirsi, pertanto alla fine risultano poi più gradevoli al palato.
Cosa avviene per gli altri piatti
C’è anche una spiegazione sulla particolare bontà che assume la pasta, abbinata alla carne, nel momento in cui la si consuma il giorno dopo.
Come afferma l’esperto, infatti, avviene un processo di retrogradazione dell’amido che – nei fatti – rende più gustosa la pasta e la salsa che l’accompagna. Si crea, dunque, una sorta di “contrasto” estremamente piacevole.
Certamente, è bene tenere in considerazione anche le corrette tecniche di conservazione dei cibi, al fine di gustarli il giorno dopo, in maniera da non far perdere loro il sapore iniziale.
Come consiglia l’esperto, in tal senso, infatti, dopo la cottura, è necessario necessario far raffreddare le pietanze, tenendole a temperatura ambiente per circa due ore, evitando, dunque, che siano esposte alla cosiddetta “temperatura di pericolo” che oscilla tra gli 8 e i 63 °.
Fatto ciò, bisogna – poi- – conservarli in frigo per massimo tre giorni. Inoltre, c’è anche la possibilità di riporre le pietanze nel freezer all’interno di contenitori specifici. Tale piatti, inoltre, si possono scongelare direttamente in frigo o – in alternativa – scongelarli e riscaldarli in padella e/o in microonde.
Ci sono – però – dei cibi che non vanno congelati: tra questi, possiamo sicuramente annoverare le verdure già cotte, in quanto perdono acqua e consistenza.