In Sicilia c’è una particolare tipologia di alberi di albicocche molto antiche. In particolare parliamo delle albicocche delle Madonìe. Una varietà quasi dimenticata che è stata salvata dall’estinzione grazie ad un gruppo di giovani ragazzi del posto che le ha prese a cuore.
Le albicocche delle Madonìe
Come ben sappiamo ogni realtà e ogni territorio è capace di donarci gemme preziose, talvolta nascoste e altre volte quasi del tutto dimenticate. Spesso infatti alcuni prodotti che il territorio offre, cadono nel dimenticatoio, mentre prodotti più facili da commercializzare prendono il sopravvento. In questo modo spariscono realtà che hanno fatto la storia, realtà che i nostri nonni ci raccontano con nostalgia e che noi dovremmo avere tanta voglia di riportare in vita. Oggi vogliamo parlare di una realtà che vede protagonista le Montagne delle Madonie, più precisamente il comune di Scillato.
In questo piccolissimo paese di poco più di 600 persone nasce una particolare varietà di albicocche, una varietà buonissima ma a totale rischio di estinzione. Benché un tempo le albicocche delle Madonìe fossero motivo di vanto del Paese, oggi vengono letteralmente predate da daini e cinghiali, insieme a tutta la vegetazione che le circonda. In realtà non sono solo questi animali che stanno “distruggendo” questi alberi, ma un po’ il sistema. La gente del posto che si prendeva cura di queste piantagioni è divenuta molto anziana e anche la semplice irrigazione è troppo costosa. Così molte piantagioni sono state abbandonate e la natura fa il resto. Un gruppo di giovani comunque ha deciso di correre in aiuto di questa varietà per salvarla dall’estinzione e valorizzarla come merita.
Un progetto di successo
Pensare che fino agli anni ’90 le albicocche delle Madonìe erano super ricercate, per il loro sapore, i piccoli frutti e la loro raccolta precoce. Purtroppo però si è passati da un prodotto ricercato ad un prodotto dimenticato in men che non si dica. Qualcosa però cambia una decina d’anni fa, quando Alberto Battaglia (con laurea in scienze forestali) frequente un corso da operatore ecologico, proprio nel comune di Scillato. Uno dei punti considerati durante l’iniziativa è proprio il recupero e la rivalutazione dei prodotti del territorio. Battaglia così ottiene l’attestato e parte in quella che per lui è una realtà che merita la sua attenzione “il recupero delle albicocche di Scillato“. Ad accompagnarlo in questo progetto solo però solo altre 3 persone, gli altri non credono possa avere successo.
Nasce quindi una piccola associazione chiamata “Terre di Carusi“. Inizia il primo passo, recuperare i piccoli alberelli rimasti in giro per il territorio. Le persone all’inizio non sapevano se essere incuriosite o diffidenti, dopotutto cosa volevano questi giovani? Erano davvero intenzionati al recupero o volevano in qualche modo “derubarli”? Lasciatemelo dire, in quest’era dove la disonestà regna sovrana, non era poi un pensiero così tanto cattivo. Il progetto comunque va avanti e nel 2014 le albicocche di Scillato vengono ritenute “presidio Slow Food”. Gli alberi sono stati salvati e crescono ormai rigogliosi. Il prezzo? Oggi sul posto si è arrivati ai 3€ al kg e le albicocche delle Madonìe non sono più un prodotto dimenticato, ma un prodotto locale rivalutato e apprezzato nuovamente. Anzi possiamo dire più di prima, perché oggi non è più così tanto scontato averle.