Nei giorni scorsi è circolato un video virale che mostra una ragazza a bordo di una piccola imbarcazione mentre immerge una frisella nell’acqua del mare.
Questa ragazza, condisce la frisella con una ricca insalata di pomodorini, mais, cipolle e tonno, e per completare, aggiunge bocconcini di mozzarella, che naturalmente vengono anch’essi immersi nell’acqua marina e spremuti sulla frisella.
Una provocazione voluta? Le sfide culinarie al limite sui social
Il video di questa giovane ragazza sembrerebbe essere stato creato con l’intenzione di sottolineare un gesto irresponsabile contestualmente ad un’iniziativa sociale mirata ad allertare gli utenti riguardo ai comportamenti da evitare assolutamente.
Il suo scopo potrebbe essere quello di sensibilizzare il pubblico sul tema specifico, tuttavia, al contrario, il filmato ha invece suscitato numerosi apprezzamenti tra i followers dell’account. Il fenomeno in cui un contenuto che dovrebbe essere un esempio negativo viene invece accettato e apprezzato, è noto come “effetto dirompente”. In questo caso, potrebbe essere che alcune persone vedano il gesto irresponsabile come un atto di sfida o ribellione, trovandolo affascinante o stimolante.
Nei commenti è ricorrente l’allusione alla “frisa sponzata a mare”, un tipico pasto dei pescatori pugliesi (soprattutto i Tarantini). E’ evidente che il messaggio trasmesso sia quello di voler fare omaggio alla tradizionale pietanza dei pescatori in mare aperto.
Non si tratta del primo video di persone che utilizzano l’acqua di mare per le preparazioni dei loro piatti. Infatti, sui social, troviamo numerosi esempi di chef improvvisati che credono di poter preparare uno spaghetto allo scoglio delizioso ed oltremodo saporito facendo bollire la pasta nell’acqua di mare. Tra i più creativi ricordiamo coloro che fanno uso dei sassi raccolti in acqua per “insaporire” l’acqua di cottura. E purtroppo, sono in molti a credere a queste favole.
Attenzione all’inquinamento dell’ acqua di mare
Il problema di per sé non sarebbe neanche troppo rilevante se ci trovassimo ancora nel quindicesimo secolo, epoca in cui esistevano solo imbarcazioni a remi e le acque del mare risultavano ancora pulite. Infatti, l’acqua del mare un tempo era spesso utilizzata per preparare ottime zuppe di pesce. Tuttavia oggigiorno, l’inquinamento marino, ma anche quello atmosferico indirettamente che influisce non poco a seguito del ciclo bio-geochimico dell’acqua, può portare a gravi problemi di salute ed avvelenamento.
Senza considerare l’elevato contenuto salino, potenzialmente dannoso per chi soffre di problemi di pressione alta o altre patologie correlate al consumo eccessivo di sale, l’acqua di mare è altamente contaminata. Vogliamo fare un elenco delle sostanze immesse nelle acque dalle imbarcazioni? Le imbarcazioni utilizzano motori a combustione interna che bruciano carburanti come benzina o gasolio. Durante questo processo, vengono rilasciati vapori di idrocarburi e oli che sono ben visibili soprattutto in acque marine limpide.
Ricordiamo ancora i sistemi di scarico per le acque reflue e le acque nere con sostanze organiche e batteriche. Alcune imbarcazioni utilizzano vernici antivegetative per ridurre la crescita di organismi marini sul fondo dello scafo. Queste vernici possono contenere sostanze chimiche dannose per gli organismi acquatici e possono essere rilasciate nell’acqua durante il normale funzionamento dell’imbarcazione. Plastica, microplastica, perdite di sostanze chimiche e ancora il particolato atmosferico che si immette nelle acque a seguito delle piogge. Insomma, non proprio dei sani condimenti!
In conclusione, il filmato potrebbe essere nato con l’intenzione di sensibilizzare sulle conseguenze negative di un comportamento irresponsabile, ma la sua ricezione positiva tra alcuni utenti evidenzia la complessità nella gestione di contenuti sociali e la necessità di essere chiari e responsabili nella comunicazione online.