Hai mai provato ad aggiungere un po’ di aceto nell’acqua del riso per migliorare la cottura e ottenere dei risotti perfetti? Ecco perché dovresti farlo.
La cottura del riso è una pratica che coinvolge numerosi segreti tramandati di generazione in generazione. Non si tratta certo di un alimento semplice da cuocere come la pasta, considerate anche le diverse tipologie che esistono sul mercato e i tanti usi che se ne possono fare.
Quello più vicino alle tradizioni nostrane è certamente il classico risotto, ma di questi tempi non possiamo non parlare ad esempio del sushi, di timballi un po’ particolari e altre preparazioni che coinvolgono l’alternativa più utilizzata alla convenzionale pasta.
Sbagliare è facile: a volte può venir fuori un po’ crudo, altre troppo cotto, altre volte ancora, se non si sta attenti, rischiamo di farne attaccare una parte sul fondo della pentola, con il risultato che dovremo “raschiare” per bene per pulirla. Eppure basta un solo ingrediente per rendere tutto più facile: e sì, parliamo proprio dell’aceto.
Questo trucco arriva in realtà dalla cucina giapponese e riguarda la preparazione del riso per il sushi, ma può essere utilizzato in generale quando lo cuociamo per usi diversi, come un risotto. Tutto quello che dobbiamo fare è, una volta che l’acqua sarà al punto di ebollizione, aggiungere il sale come al solito accompagnato tuttavia anche da un cucchiaino di aceto di vino.
In alternativa è possibile utilizzare l’aceto di riso, proprio quello che viene usato per la preparazione del sushi. Il risultato? Dei chicchi straordinariamente bianchi, brillanti e morbidi, che non si attaccano alla pentola e che ti restituiranno un gusto ancora migliore. Per usare al meglio l’aceto di riso è bene considerare un cucchiaio ogni tre parti di riso.
Se non ti piace l’aceto, perché comunque potrebbe rendere un po’ acida l’acqua del riso, c’è un altro trucco che riguarda un agrume molto utilizzato in cucina come il limone. Per sfruttarlo appieno basta procedere in questo modo:
Avremo un riso perfettamente cotto, dal sapore leggermente dolce per merito della presenza del limone.
Dato che siamo in vena di consigli, parliamo anche d’altro oltre alla presenza dell’aceto o del succo di limone nell’acqua del riso. Ad esempio, la pentola da utilizzare. In molti preferiscono usare il wok, molto sfruttato proprio nella cucina orientale, per via dei suoi alti bordi e la sua larghezza che favorisce una cottura omogenea.
È molto importante in questo caso il passo della tostatura: versiamo i chicchi direttamente nella padella e mescoliamo per 2-3 minuti a fuoco acceso senza acqua, che aggiungeremo successivamente e dopo esserci assicurati di aver steso per bene tutto il riso sulla base del wok.
Questo ci fornisce l’assist per parlare proprio della mescolatura: è bene farlo mentre vogliamo tostare durante la mantecatura, ma per il resto sarebbe meglio lasciar cuocere l’acqua del riso senza disturbarla per il tempo indicato nella confezione.
Infine, il fuoco. Mai eccessivamente alto, una via di mezzo è preferibile modificando a piacimento in specifiche fasi della cottura. Alziamolo quando vogliamo far evaporare un po’ di brodo prima di riabbassarla nuovamente. Questo ci aiuterà ad evitare che i chicchi si brucino. Una volta pronto, lasciamo riposare per un paio di minuti a fuoco coperto prima di servire.