È uno dei dolci più conosciuti di Roma: parliamo del maritozzo. Scopriamo insieme sette curiosità su questa delizia della Capitale.
La storia del maritozzo affonda le sue radici nell’antica Roma: si tratta di un dolce zuccheroso e ripieno di panna montata, contenuta in un panino dolce. Se vi capita di passare tra le strade della città eterna, non potrete non assaggiare questa delizia. Oltre alla versione dolce, esistono anche versioni salate di questa iconica bontà.
Dal nome, si può facilmente intuire che questo dolce è legato al termine “marito“.
Non si tratta, in effetti, di una coincidenza, in quanto questa deliziosa icona della pasticceria romana prende proprio il nome da una tradizione legata ai matrimoni. Pare che tale dolce, infatti, fosse regalato dal futuro marito, denominato, per l’appunto, “maritozzo” alla futura moglie.
Questo dono era effettuato nel primo venerdì del mese di marzo che, un tempo, era una giornata equiparabile all’attuale San Valentino.
All’interno del maritozzo, inoltre, l’uomo posizionava il regalo di fidanzamento che, di solito, era rappresentato da un gioiello. Inoltre, in tempi antichi, le ragazze preparavano i maritozzi e li portavano in pubblica piazza per cercare un compagno e prenderlo, letteralmente, per la gola.
Un tempo, tale dolce era anche chiamato “er santo maritozzo” o, in alternativa, “il maritozzo quaresimale“, due termini legati all’epoca medievale.
In quel periodo storico, sembra che fosse l’unico dolce che si poteva mangiare durante il digiuno quaresimale. Pertanto, era il solo peccato di gola che i credenti potevano concedersi e che, per questo, era considerato, in maniera scherzosa, “santo“.
Ai tempi degli antichi Romani, sembra esistesse una variante simile, realizzata sotto forma di pagnotta la quale era preparata con uova, farina, burro e sale, resa dolce con il miele.
Non aveva il ripieno ma era molto nutriente e, pertanto, utilizzata dai pastori che passavano lunghe giornate fuori casa.
Anche in Sicilia esiste un dolce ho chiamato maritozzo, è accomunato a quello romano solo dal nome. Esteticamente, si presenta come una treccia creata con un impasto molto più semplice e leggero, simile alla pasta di pane e reso dolce, poi, con una spolverata di zucchero semolato.
Forse non tutti sanno, che questo dolce è molto amato in Giappone. Il popolo nipponico, infatti, ama letteralmente il dolce romano che hanno conosciuto mediante la televisione locale in un documentario girato alla pasticceria Romoli.
Molti chef giapponesi, inoltre, hanno proposto la propria versione del classico maritozzo romano.
Esiste anche una versione salata, realizzata con stracciatella, pomodorini, alici, salumi, baccalà ma anche carbonara e l’amatriciana.
Al dolce, infine, è stato dedicato il “Maritozzo Day“, un evento durante il quale le classiche pagnottelle sono proposte in versione inedita. Tale festa coinvolge più di 70 locali in tutta Roma ed è legata anche ad iniziative solidali e benefiche.